Disco verde per lo studio epidemiologico di tipo ambientale che coinvolgerà le popolazioni di otto Comuni della piana di Venafro. Nella sala di Giunta di Palazzo Vitale, ieri mattina affollata dai sindaci e dagli amministratori di Venafro, Monteroduni, Filignano, Montaquila, Pozzilli, Sesto Campano, Conca Casale e Macchia d’Isernia, la firma della convenzione che formalmente assegna all’Istituto di Fisiopatologia clinica del Cnr di Pisa lo studio dei dati – che saranno forniti dall’Asrem al Comune guidato da Alfredo Ricci – per la verifica e lo studio di eventuali correlazioni tra le patologie riscontrabili con evidenza scientifica e statistica e lo stato di salute dell’ambiente dell’area. Un momento atteso, sollecitato dalla popolazione e dalle associazioni che hanno chiesto chiarezza e certezze (come le Mamme per la salute e l’ambiente). Lo studio è stato finanziato dalla Regione Molise con un budget assegnato di 60mila euro, individuato nel Bilancio regionale. Due anni di tempo per consentire l’analisi e la comparazione di tutte le informazioni che poi diventeranno una relazione sulla quale eventualmente interrogarsi ed agire. Le istituzioni, dalla Regione a tutti i Comuni che hanno detto sì, passando per la Direzione generale della Salute e l’Asrem, «tutti attori di una vicenda positiva che ringrazio per quanto fatto – ha detto il governatore del Molise -; si tratta di un provvedimento importante che, da tempo, gli abitanti dell’area avevano richiesto e, in più occasioni, sollecitato. Un progetto – ha spiegato ancora – basato sulla ricostruzione del profilo di mortalità e morbosità in associazione con i rischi ambientali, finalizzato a svolgere un approfondimento sullo stato di salute della popolazione residente nel Comune di Venafro e nei comuni dell’area della Piana. Un’azione sinergica messa in campo in pochissimo tempo, la cui finalità è stata valutata positivamente dalla Regione Molise che, attraverso apposita determinazione del direttore generale della Salute, ha assegnato all’Asrem, che si occupa del coordinamento del progetto, i fondi vincolati alla realizzazione dello studio proposto dal Comune di Venafro. Tutte le procedure sono state evase in pochissimi mesi, in netta controtendenza con la lentezza della burocrazia a cui il nostro Paese e, per così dire, assuefatto. Per come vanno le cose, è un vittoria politica del buon governo». Il Comune di Venafro si impegna a svolgere tutte le attività indicate nel progetto e a consegnare, a conclusione dello stesso, alla Regione Molise e all’Asrem, la relazione scientifica relativa ai risultati nonché la rendicontazione economica delle somme utilizzate. L’attività di monitoraggio periodico verrà effettuata attraverso la trasmissione del progetto, da parte del Comune di Venafro, di relazioni trimestrali sullo stato di avanzamento delle attività. Particolare attenzione è stata posta alla privacy e alla riservatezza dei dati. L’Asrem si obbliga a fornire tutti i dati in suo possesso necessari per lo studio compresi, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, i record individuali di mortalità e di ricovero a partire dal 2006. Dati trattati, come da normativa, nel rispetto della privacy, che saranno resi anonimi e che non potranno essere diffusi e divulgati. «Venafro non è la terra dei fuochi – ha sottolineato Alfredo Ricci -: le criticità che hanno messo in allerta le popolazioni sono oggetto della nostra attenzione e di quella delle istituzioni ai vari livelli. La novità è rappresentata dal fatto che la risposta, scientifica e non polemica, alla domanda di chiarezza la vogliono dare le Istituzioni». Ravvicinate le tappe del percorso che si è concretizzato in pochi mesi e che ieri ha vissuto la «giornata della responsabilità istituzionale» come ha rimarcato Ricci. Un primo incontro il 27 dicembre, «ne parlai con il Presidente e mi assicurò il suo sostegno» dice ancora il sindaco di Venafro, poi tra febbraio e marzo un primo tavolo istituzionale con i Sindaci dell’area, «e tutti si impegnarono anche a reperire la quota parte», poi, a maggio, il Bilancio regionale e l’impegno confermato. «Serviranno due anni per avere i risultati scientifici: non sarà la soluzione ma avremo risposte. Due anni sono pochi per la scienza ma sono un periodo lungo per le persone, le comunità per le quali noi continueremo a garantire ogni tutela». La tempistica che ha cadenzato l’intera vicenda entra anche nel ragionamento di Antonio Lucchetti, direttore generale reggente dell’Asrem, che sottolinea come «tra il dire e il fare» sia passato solo il tempo legato alle procedure. «L’Asrem ha voluto fortemente questo provvedimento che rappresenta un percorso di responsabilità in un campo in cui paghiamo qualche ritardo. Vogliamo essere una regione al passo con le altre, per questo acceleriamo sulle procedure di informatizzazione: nella banca dati ci saranno le schede dei ricoveri dalle quali si potrà partire per lo studio epidemiologico». Novità anche in merito al Registro Tumori. «Entro la fine dell’anno saranno inseriti i dati del triennio 2010-2013, un ulteriore supporto allo studio. Le neoplasie sono nella media italiana – anticipa – riscontriamo un lieve incremento dei carcinomi allo stomaco, patologia correlata però a fattori di familiarità e anche di alimentazione». E anche dalla Direzione generale della salute, rappresentata dalla dirigente Lolita Gallo, il richiamo alla correttezza e all’utilità della convenzione. «L’unico modo per essere vicino alla popolazione e sarà solo l’inizio perché la conoscenza che ne ricaveremo attraverso i risultati permetterà di procedere con interventi mirati, utili a rispondere nel modo più corretto ai bisogni di salute. Lavoriamo per arrivare agli stessi standard delle altre regioni, anche con la struttura commissariale ci facciamo valere» la considerazione alla quale si lascia andare.

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