Un accordo integrativo regionale che non solo deroga alle regole nazionali, ma lo fa in maniera integrativa.
Si tratta dell’intesa raggiunta da Regione, Asrem e Federazione dei pediatri di libera scelta. In Molise, ma non solo, si è acuita negli ultimi anni la carenza di questi professionisti negli ospedali e i reparti hanno potuto garantire i servizi con sempre meno operatori e sempre più difficoltà. Ora, nelle more della conclusione dei concorsi in Molise, dove il blocco del turn-over dovuto all’extradeficit e al commissariamento ha peggiorato la situazione (blocco adesso superato), i pediatri di base daranno una mano nei presidi ospedalieri di Campobasso, Isernia e Termoli.
Il protocollo, approvato dall’esecutivo il 7 luglio, è stato presentato ieri pomeriggio nella sede della giunta regionale. A illustrarne i dettagli il presidente della Fimp Donato Meffe (con lui erano presenti anche Luigi Alberto Cutrone ed Ettore Napoleone), il direttore generale della Salute Lolita Gallo e il governatore Paolo Frattura.
Tecnicamente, ha detto Meffe, «i pediatri di libera scelta del Molise possono fare richiesta di essere inseriti in una graduatoria Asrem», a cui in base alle esigenze il responsabile del reparto attingerà.
I criteri per la graduatoria, ha proseguito, tengono in considerazione il carico di lavoro dei singoli pediatri: prima viene chi ha meno assistiti, meno ambulatori e quindi più tempo da dedicare all’eventuale servizio in ospedale. «Non escludiamo nessuno – ha precisato – se ci sono più domande, si dà precedenza a chi ha meno iscritti».
Ha aggiunto il dg Gallo: «È il primo schema di integrazione tra ospedalieri e pediatri di libera scelta. Abbiamo voluto sperimentare questa formula rispettando il ruolo di ognuno, non ci sarà infatti subordinazione ma la possibilità di dare un servizio migliore all’utenza».
«Abbiamo passato momenti difficili, scontando la durezza blocco del turn-over che ci ha messo in condizione di vivere un’incredibile emorragia di personale ma dovendo comunque garantire i servizi», ha sintetizzato il presidente della Regione. L’ottica del protocollo, del quale ha più volte evidenziato la caratteristica della condivisione, è integrare l’ospedale e il territorio rispettando le competenze dei pediatri di libera scelta. Che «potranno effettuare turni di assistenza medica, durante i quali svolgere attività relative all’assistenza pediatrica, nonché consulenze e visite di pronto soccorso. Questa attività “aggiuntiva” non sarà mai concomitante, ma in aggiunta appunto, all’attività ambulatoriale o domiciliare che i nostri pediatri stessi ci assicurano sul territorio. Il nuovo impegno ospedaliero non comprometterà né ridurrà l’attività del pediatra di libera scelta, che continuerà regolarmente ad assicurare assistenza nei confronti dei propri assistiti».
Un bel segnale, ha rimarcato. Altra novità, molto attesa e quindi ben accolta dai pediatri di base, la rimodulazione degli ambiti di assistenza entro i quali di cittadini possono scegliere il medico di famiglia e quindi anche il pediatra. Il sistema precedente era piuttosto condizionante. Meffa ha fatto un esempio: un paziente di Trivento può scegliere un medico dell’ambito di Campobasso, uno di Matrice no. Dal punto di vista geografico, e quindi di comodità, un paradosso. Che, ha riferito il professionista, ha provocato non poche proteste.
Su questo fronte, un decreto del commissario ad acta della sanità (il presidente Frattura) riduce gli ambiti da 7 a 3 e li fa combaciare col territorio di competenza dei tre distretti. Il provvedimento, ha assicurato Gallo, è adottato ed è stato inviato all’Asrem e alle strutture che lo devono attuare.
In conclusione Frattura ha evidenziato la «ricostruzione dei rapporti» con il coinvolgimento degli operatori che saranno protagonisti dell’attuazione del riordino. Chiusa la fase di programmazione della riforma, la sua realizzazione – ha sottolineato – la facciamo insieme ai protagonisti della sanità. r.i.

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