I fedeli della chiesa di San Michele non demordono, sono decisi, dopo quattro anni di silenzio da parte della Curia vescovile, a strappare un impegno per conoscere le reali intenzioni sul futuro dell’omonimo edificio religioso sito in località Piaggia.
Di recente, come si ricorderà, Primo Piano ha pubblicato la lettera aperta di un gruppo di fedeli bojanesi, indirizzata a monsignor GianCarlo Maria Bregantini circa le condizioni di abbandono di due chiese storiche cittadine: San Michele e Santa Maria del Parco.
I due edifici religiosi a seguito del terremoto del 29 dicembre 2013 furono dichiarati inagibili e chiusi al culto religioso.
«A breve l’Associazione San Michele, costituita da una decina di persone, di cui faccio parte anch’io – ha spiegato Bruno Liberatore -, si recherà dal vescovo monsignor Bregantini per invitarlo a Bojano dove sarà organizzato un incontro con la popolazione e i mass media, e dove S.E. dovrà spiegare il perché non vuole riaprire la chiese di San Michele e di Santa Maria del Parco.
Per i lavori di consolidamento e recupero della chiesa di San Michele, come associazione, abbiamo messo a disposizione una somma che si aggira intorno ai 20mila euro, il vescovo ne è già a conoscenza, abbiamo anche il progetto redatto dall’architetto Luigi Peccia, per cui non comprendiamo il silenzio da parte delle autorità ecclesiastiche».
Secondo voci ricorrenti tra i fedeli, ci sarebbe qualcuno all’interno della Curia vescovile che vorrebbe imporre dei tecnici di fiducia campobassani, ovviamente con ulteriori spese di parcelle, quando i tecnici scelti dai fedeli bojanesi offrono le loro prestazioni professionali a titolo gratuito. Infatti anche per la chiesa di Santa Maria del Parco sembra che i fedeli, compreso il parroco don Alessandro Iannetta, abbiano raccolto una somma per eseguire i lavori di consolidamento, con progetto redatto a titolo gratuito da un gruppo di bravi e stimati tecnici locali. Sono tutti professionisti che non hanno nulla da invidiare ai colleghi di fiducia della Curia, per cui, se fosse vero quanto affermato da alcuni fedeli, non si comprende affatto tutta l’avversità nei confronti degli architetti e ingegneri bojanesi i quali sono particolarmente affezionati al patrimonio artistico e religioso matesino.
Va ricordato, infine, che nella recente lettera aperta dei fedeli bojanesi al vescovo Bregantini, questi ultimi hanno lamentato il fatto che in un recente passato la Curia avesse venduto a privati due immobili in città, ubicati in pieno centro, l’ex Convitto vescovile in via Barcellona e il complesso dell’ex Buono perpetuo soccorso in piazza Pallotta, ricavando ingenti somme di denaro, e di questi soldi non sarebbe rimasto nulla a beneficio della comunità bojanese, neanche un centesimo per recuperare al culto religioso le due citate chiese.
E.C.

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