Un invito, un monito alla Regione Molise: definire in tempi brevissimi la legge di riordino che riguardi sia le funzioni delegate sia quelle non fondamentali, considerata la scarsa capacità finanziaria di Palazzo Magno. Inutile girarci troppo intorno: il pericolo che una cinquantina di persone perdano il lavoro è piuttosto concreto. Se non arriveranno proroghe dell’ultimo minuto, entro il 31 marzo si dovranno determinare gli esuberi e se non si troverà una soluzione condivisa con la Regione queste persone resteranno a casa. I dipendenti in bilico al centro del consiglio provinciale che ha affrontato attraverso un documento sottoscritto dal presidente De Matteis la crisi generale delle Province e nello specifico di Palazzo Magno. Tredici i voti a favore, cinque gli astenuti tra cui il gruppo del Pd. “Una situazione drammatica quella che sta vivendo l’ente di via Roma – ha ribadito il presidente – entro il 28 febbraio dovevamo dimezzare la spesa e lo abbiamo fatto passando da 10 a 5 milioni di euro. Ora ci tocca affrontare il tema, delicatissimo, degli esuberi”. L’ordine del giorno parte dalla doverosa premessa che la legge del 7 aprile 2014 n. 56 ha modificato il sistema di governo di area vasta con “l’istituzione delle Città metropolitane e la trasformazione delle province in enti di secondo livello le quali hanno subito un ridimensionamento del nucleo di funzioni fondamentale con riserva di trasferimento di quelle non più fondamentali da riallocare, da parte dello Stato e Regioni, al livello più idoneo secondo i principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenzazione”. E’ attorno a questo concetto che gira tutto il ragionamento, e da qui che nasce la delusione, ormai dilagante, a Palazzo Magno. “Ci vogliono togliere le funzioni e che lo facciano pure – dice De Matteis – ma che prendano una decisione. Ad oggi non abbiamo ancora le idee chiare perché non sappiamo nemmeno noi di che cosa dovremo occuparci. Ecco perché ho presentato questo documento, uno sprono per la Regione che deve ancora prendere una decisione. Noi dobbiamo sapere che cosa vuole fare Frattura con le funzioni delegate e soprattutto vogliamo sapere che cosa pensa di fare con la Biblioteca Albino”. Tema, anche questo, al centro del dibattito dell’assise di via Roma che lotta per salvaguardare la storica istituzione. Per il capogruppo del centrosinistra, Micaela fanelli, la soluzione ai problemi non è poi così difficile: “Basta guardare il modello dell’Umbria, potremmo fare la stessa cosa. Sono sicura che la Regione presto prenderà una decisione, ma non voglio partecipare ad una discussione politica basata sulla contrapposizione Provincia-Regione o su chi debba fare il primo passo. Ho parlato con il governatore e ho chiesto di incontrare i presidenti delle due Province. Credo che in questo momento bisognerebbe abbandonare certe logiche per il bene di via Roma e dei dipendenti”. Accorato anche l’appello del consigliere di centrosinistra Michele Durante (che ha votato il documento di De Matteis): “Non si può assistere a questa situazione, non è ammissibile che uno Stato permetta di mandare a casa persone che hanno lavorato e che oggi sono costrette a cercare un appiglio, un aiuto a sindaci e assessori per evitare di tornarsene a casa. La Regione, vista la minore complessità della situazione molisana, avrebbe già dovuto trovare una soluzione, soluzione che potrebbe passare anche attraverso l’attribuzione alla Provincia, come è avvenuto altrove, di funzioni a rilevanza economica che apportino risorse nelle casse dell’ente”. “E’ un paradosso – dice Mario Colalillo – che lo Stato da una parte dice che le Province non servono e dall’altra è pronto ad attribuire nuove funzioni”. “La Regione – aggiunge il presidente del Consiglio Cefaratti – deve legiferare e farlo subito. Si tratta di un dovere istituzionale anche perché noi dobbiamo avere il tempo di ragionare sul metodo da utilizzare per gli eventuali esuberi”.
“Abbiamo dialogato fino ad oggi – chiude De Matteis – e continueremo a farlo. Alla Regione presenteremo la nostra proposta: mantenere le funzioni che abbiamo avuto fino ad oggi e aggiungere la stazione unica appaltante. In più vogliamo sapere quali sono le disponibilità della Regione e degli enti sub-regionale in fatto accoglienza di personale”.

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