L’estate è entrata nel vivo e mentre i campobassani si dividono tra la costa e le sagre nei vari comuni dell’hinterland, in città la corsa alle Amministrative di maggio è cominciata. Da un parte il centrodestra che sta serrando le fila per tentare di riconquistare Palazzo San Giorgio, forte anche del governo regionale amico. Dall’altra i 5 Stelle che i bookmakers danno in pole per guidare il capoluogo per i prossimi 5 anni.
Ma cosa accade sull’altra sponda del fiume? In casa centrosinistra la situazione è certamente più complicata e non di facile lettura. Che Campobasso non sia più un fortino ‘rosso’ lo si è appurato dagli ultimi risultati elettorali: sia alle Politiche che alle Regionali il centrosinistra (diviso ma anche unito) ha conquistato il gradino più basso del podio, dietro a pentastellati e centrodestra. Come scongiurare un’altra ‘batosta’? La linea che sembra prediligere il Pd – almeno in questa prima fase – è quella della riconferma: sia sulla riva dell’Adriatico che a Campobasso «vanno candidati i sindaci uscenti». Lo ha detto Paolo Frattura nel corso dell’assemblea, lo ha ribadito l’assessore all’Urbanistica e vicesindaco di Palazzo San Giorgio Bibiana Chierchia. Eppure il primo cittadino Antonio Battista non ha ancora sciolto le riserve su una sua possibile ricandidatura: «Non c’è nulla di scontato – si è limitato a commentare – adesso è prematura ogni valutazione». Ma una cosa è certa: il sindaco non potrà contare sulla stessa squadra che lo ha sostenuto nel 2014. In maggioranza, e soprattutto all’interno dell’esecutivo, diversi esponenti sono già con le valigie in mano. Non sarà certamente della partita del centrosinistra l’Udc, il cui capogruppo Michele Ambrosio ha lasciato intendere in diverse occasioni (la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la concessione del patrocinio al Molise Pride) di non sentirsi più parte della maggioranza. Discorso analogo per i Popolari per l’Italia, gruppo rappresentato in giunta da Maripina Rubino e che fa capo all’attuale assessore regionale Vincenzo Niro, già di fatto del centrodestra. Pure il Molise di Tutti sembra orientato a lasciare il centrosinistra, primo fra tutti l’assessore Salvatore Colagiovanni. Insomma, la compagine di Battista ha perso pezzi e dovrà necessariamente cercarne di nuovi per essere competitiva alle elezioni di maggio.
C’è poi un’altra ipotesi che circola sempre più insistentemente tra i corridoi di Palazzo San Giorgio, vale a dire quella delle primarie. Il primo cittadino uscente potrebbe invocarle per legittimare la sua leadership e mettere così a tacere i malumori interni alla maggioranza. Oppure la richiesta potrebbe arrivare direttamente dal centrosinistra (Pd e Leu in primis), così da scegliere il candidato sindaco con maggiori chance di vittoria. In quel caso, sempre secondo i rumors, oltre a Battista sarebbero pronti a scendere in campo anche l’attuale presidente dell’Assise civica Michele Durante, esponente di Leu e candidato alle ultime Politiche e Regionali, Carmela Lalli, molto vicina a Frattura e in corsa anche lei al voto del 22 aprile scorso in quota Pd, e Carmelo Parpiglia, ex consigliere regionale con delega allo Sport con un passato tra i banchi di Palazzo San Giorgio. Tutte indiscrezioni ancora da confermare ma che delineano un quadro tutt’altro che definito all’interno del centrosinistra cittadino.

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