Tre mesi o poco più. Tanto manca alla sfida elettorale di Palazzo San Giorgio e i partiti, al lavoro alla composizione delle liste, non hanno ancora trovato la sintesi sul nome del candidato sindaco. Una situazione che accomuna sia il centrosinistra, sia il centrodestra e anche il Movimento 5 Stelle.
Nel primo caso tutti sono proiettati al rinnovo della segreteria del Pd. L’esito del voto del 3 marzo è infatti legato a doppio filo alla scelta del candidato sindaco, una partita a scacchi tra l’uscente Antonio Battista e il presidente del Consiglio comunale Michele Durante, in corsa per la guida del partito con Vittorino Facciolla e Stefano Buono. Secondo i bene informati se l’ex esponente di Leu dovesse ‘spuntarla’, Battista avrebbe la strada spianata verso la ricandidatura a Palazzo San Giorgio senza dover passare per le primarie. E non è un caso che pure l’ex senatore Roberto Ruta – principale sponsor di Battista alle scorse amministrative – abbia spostato la ‘causa dem’ di Durante. In caso di sconfitta, invece, il presidente dell’assise civica potrebbe rivendicare un ruolo nella partita per le amministrative e chiedere le primarie. E non sarebbe il solo.
Tra i vari nomi circola con insistenza anche quello di Mariano Prencipe.
Il noto penalista cinque anni fa avanzò la sua candidatura alle primarie organizzate dal centrosinistra per scegliere chi avrebbe guidato la coalizione a Campobasso, primarie poi vinte da Battista.
Ma qualche giorno dopo la presentazione delle candidature, Prencipe fece un passo indietro. Pare perché non arrivò l’atteso placet dell’allora senatore Ruta, che a quei tempi aveva ancora un peso specifico.
Il nome dell’avvocato è tornato in auge, ma non è ben chiaro in forza a chi. L’unico dato certo è che risulta tra i 90 primi sottoscrittori del manifesto realizzato da Io amo Campobasso.
Risulta però difficile immaginare che Battista (e quindi Ruta) possa fare un passio indietro in favore di Mariano Prencipe.
Fermo restando che l’avvocato abbia, a distanza di cinque anni, ancora intenzione di candidarsi. C’è tuttavia un’altra circostanza che non va sottovalutata, ovvero, la storica amicizia di Mariano con Danilo Leva. Amicizia che ha resistito anche alle tensioni che seguirono il ritiro della candidatura alle primarie di cinque anni fa. Così come Ruta, nel 2014 anche Leva, che sedeva tra i banchi di Montecitorio, era una voce importante del centrosinistra e del Pd.
Chi conosce bene l’avvocato sa tuttavia che non è uno che ama farsi tirare per la giacca. Nelle prossime ore è probabile che sarà lui stesso a chiarire quanto c’è di vero nelle indiscrezioni di questi giorni.
In casa centrodestra, invece, le trattative sono state avviate e già da qualche settimana impazza il totosindaco.
La coalizione si prepara ad affrontare il voto con una squadra nutrita e competitiva, si parla di almeno 10 liste. Tra i più attivi nella composizione della compagine ci sono i Popolari per l’Italia di Vincenzo Niro, Fratelli D’Italia di Quintino Pallante e la Lega di Luigi Mazzuto (quest’ultimo non sempre sulla stessa ‘lunghezza d’onda’ della collega di partito Aida Romagnuolo, sia nel merito che nel metodo).
Al tavolo della coalizione sono iniziati i ragionamenti sui nomi di tre possibili candidati sindaci: Stefano Maggiani, avvocato e già coordinatore dei Giovani di Forza Italia, ‘gradito’ al governatore Donato Toma; Alberto Tramontano, consigliere comunale a Palazzo San Giorgio e ‘uomo nuovo’ della Lega; e infine Corrado Di Niro, presidente dell’Acem che ha già avviato la campagna elettorale sui social con programmi e idee per rilanciare il capoluogo.
Ci sono poi gli ‘outsider’: Rossella Gianfagna, dirigente scolastica del Pilla che nelle scorse ore ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna proposta ma, al contempo, non ha smentito una sua possibile candidatura, Aldo De Benedittis, avvocato ed ex assessore nella giunta Di Bartolomeo (insieme al governatore Toma, ndr), e l’avvocato Fausto Parente, nome, il suo, circolato già all’inizio di dicembre.
Nella corsa c’è pure la ‘candidata’ di Aida Romagnuolo: il capogruppo della Lega a Palazzo D’Aimmo ha annunciato nei giorni scorsi «di avere un nome», senza però svelarlo. «Sarà una donna che potrebbe ben rappresentare come sindaco i bisogni di Campobasso – ha scritto ieri su Facebook – e non è la dottoressa Gianfagna».
Infine nel Movimento 5 Stelle la corsa è a due: da una parte il candidato sindaco delle scorse amministrative Roberto Gravina, dall’altra il compagno di scranno in Comune Simone Cretella.
La scelta avverrà, ovviamente, online anche se i bookmaker sono pronti a scommettere su Gravina.

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