Un parco in cui la disabilità non rappresenti un limite e dove i bambini si sentano liberi di giocare in maniera spensierata al pari degli altri: è stato presentato ieri pomeriggio, nella cornice di villa de Capoa, il progetto per il nuovo parco inclusivo dedicato ai più piccoli.
Presenti il primo cittadino Battista, il vicesindaco Chierchia, gli assessori Salvatore, Rubino, De Bernardo, i presidenti della Commissione Urbanistica, Bucci, e della Commissione Politiche sociali, Di Giorgio, i vertici e i rappresentanti delle associazioni Rotary Club e Cdh Cnis. Le condizioni del ‘polmone verde’ della città, negli ultimi anni, non erano delle migliori e così amministrazioni e associazioni hanno deciso di unire le forze per realizzare un luogo di aggregazione e di inclusione destinato a bambini con difficoltà o esigenze particolari.
«L’idea è nata da un principio che, per ragioni personali, mi anima da anni, ossia che “la disabilità non è un mondo a parte ma una parte del mondo” – ha spiegato Di Giorgio – da qui l’intento di progettare un parco inclusivo. Ho condiviso questa idea con Miriam e Chiara di Lembo del Cnis da subito disponibili. Idea poi appoggiata pienamente anche dal sindaco Battista e dall’assessore Alessandra Salvatore. Non potevamo però sostenere quei costi, così è nata la collaborazione con il Rotary club. Da qui ognuno, nei propri settori di competenza, ha alimentato questa idea e speriamo di vederla realizzata al più presto».
Non a caso la presentazione di ieri si è svolta nell’ambito della Giornata mondiale dell’autismo, proprio per rimarcare l’importanza di iniziative come queste nei confronti di persone con difficoltà.
Ma per vedere il progetto realizzato bisognerà attendere ancora qualche settimana e, soprattutto, qualche risorsa in più.
«Entro questo mese ci sarà l’apertura dei cantieri – ha spiegato il presidente del Rotary club di Campobasso Giovanni Palange, che ha ripercorso le tappe di questa iniziativa – l’idea era partita nel 2015 ed è stata poi accantonata per circa due anni. Abbiamo voluto poi riproporla portando avanti una serie di eventi: dal torneo di burraco, al convegno nell’aula magna dell’Ateneo molisano, fino alla visita guidata per riscoprire la storia e le bellezze della villa cittadina che, in realtà, non tutti conoscono. A quest’ultimo evento hanno partecipato ben 400 persone. Ad oggi sono stati raccolti circa 20mila euro ma purtroppo non bastano».
Da qui l’appello delle associazioni rivolto alle imprese locali che intendono sposare il progetto: «Purtroppo siamo solo a metà strada. Per questo chiediamo alle imprese molisane di contribuire in veste di sponsor alla realizzazione del progetto. All’ingresso verrà installato un totem con tutti i nomi dei benefattori».
Insomma, un progetto importante, partito con le migliori intenzioni e che ora, però, necessita dell’aiuto di tutti per vedere la luce.
Un progetto sposato anche e soprattutto dal Cnis di Campobasso che da circa 20 anni opera sul territorio per promuovere la cultura della diversità e dell’inclusione e che si occuperà della gestione del parco. «Crediamo molto in questa iniziativa – le parole della referente del Cnis, Cinzia Angiolillo – A Campobasso purtroppo registriamo ancora tante diffidenze e difficoltà in questo settore. Mi unisco dunque all’appello del Rotary a non abbandonarci. È importante portare all’attenzione della comunità questo tipo di tematiche».
Come specificato dall’assessore Alessandra Salvatore e dalla vice sindaca Bibiana Chierchia, la villa rappresenta un punto di riferimento per l’intera comunità. Furono proprio le ‘quote rosa’ della giunta, inoltre, a decidere di aprire i cancelli del parco cittadino anche nel weekend.
«All’epoca dell’insediamento nel maggio 2014 – ha spiegato la vice sindaca – tra le questioni più urgenti c’era anche quella di tenere aperta villa de Capoa nel fine settimana. La sana caparbietà della giunta femminile ha fatto sì che questo obiettivo fosse raggiunto. Prendemmo le chiavi e il sabato e la domenica riuscimmo a garantire l’apertura della villa, iniziativa poi portata avanti grazie al prezioso aiuto di associazioni e volontari».
L’obiettivo, dunque, è quello di creare un luogo in cui prevalga la cultura dell’inclusione ma anche quello di restituire alla comunità un posto che, da sempre, rappresenta un punto di riferimento per ogni campobassano.
SL

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