Non si dà per vinto il sindaco Pozzuto. Dopo aver bussato alle porte di tutti i palazzi e dopo aver protestato con altri amministratori, cittadini e sindacati proprio nel tratto della statale 645 interessato da una frana, scrive direttamente al vice ministro alle Infrastrutture mettendolo al corrente della situazione che ormai da dieci anni procura enormi disagi agli incolpevoli automobilisti costretti a transitarvi ogni santo giorno. L’amministratore che più volte ha sollevato il problema alle istituzioni locali, nella missiva inviata all’onorevole Riccardo Nencini racconta di una situazione ormai al limite della sopportazione a causa di una strada diventata ormai una mulattiera.
«Sono giunto a lei con sommo rincrescimento e scevro da spirito polemico, avendolo fatto finora con tutte le autorità locali e sollecitandoli epistolarmente in maniera enciclopedica ed ottenendo come risultato il nulla, aggravato da un comportamento di, prendo licenza, strafottenza.
Qui si è smarrita la percezione della presenza dello Stato – denuncia Pozzuto – occorre un segnale forte delle istituzioni per ritrovare la gratificazione civica che restituisca una diffusa convinzione della vicinanza e di una certezza di governo al servizio dei cittadini. In un contesto ed in ragione di una crisi economica che rende forviante la percezione, individuale e collettiva, della fiducia nei confronti di tutti gli individui che incarnano le vesti di servitori dello Stato, c’è la necessità di esaudire nei fatti il bisogno di normalità reclamato dai cittadini indignati da comportamenti ed esami confluenti in un sentimento di rabbia. Nonostante una pacifica occasione stradale congiuntamente ai sindaci di Gambatesa e Pietracatella riscontriamo il silenzio menefreghista di Anas e presidente della Regione.
L’inerzia ostentata – stigmatizza il primo cittadino di Tufara – alimenta un insopportabile quando ingeneroso comportamento verso un’area di territorio molisano che è ponte con la Puglia meritevole di rispetto al pari di alti contesti geografici. Mi scuso per il tono tradito da un sentimento di appartenenza verso un territorio dimenticato ed assente negli atti e nei fatti da parte di chi è stato chiamato a governare anche con il consenso medesimo. Prima di scrivere i rituali saluti – conclude Pozzuto – circostanzio le ragioni per averla disturbata e ottenuto un momento della sua autorevole attenzione in un urlato appello affinché la sua autorevole attenzione intervenga su Anas perché nell’immediato posi in opera dell’asfalto su quel pezzo di strada in parola. Gratificato di averle scritto la esorto a dimostrare la presenza dello Stato quale solutore degli affliggenti problemi dei cittadini».

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