Continua a suscitare dibattito e discussione, oltreché preoccupazione e rabbia, la situazione ambientale nella Piana di Venafro. Nemmeno la recente ordinanza anti traffico del prefetto sembra aver placato gli animi della comunità. Troppo alto finora il livello di inquinamento per credere che questo sia dovuto solo al traffico veicolare. Eppure, su altri fronti non è che si stia indagando o facendo molto. La decisa azione delle Mamme per la salute e di Raffaele Siano – supportata dalla marcia dei 5mila del 14 gennaio e dalle firme – potrebbe o dovrebbe produrre qualche risultato concreto. La politica, infatti, non può far finta di nulla di fronte ad una simile mobilitazione. I dati e gli studi pubblicati parlano chiaro: di inquinamento ci si ammala e si muore, e a Venafro c’è un elevato livello di inquinamento.

Non bastassero gli studi e le statistiche locali o nazionali, dell’Arpa così come di laboratori privati e enti privati, ora arriva un’altra, terribile conferma: Venafro è infatti segnata con un puntino arancione su una mappa realizzata dall’Organizzazione mondiale della sanità che ha analizzato i dati di 3.000 città nel mondo. Tanto per comprendere meglio, l’altra città analizzata in Molise è Campobasso, per la quale l’Oms ha affibbiato un puntino color acqua, con il livello cioè più basso di Pm2,5, le polveri ultrasottili. Lo studio, pubblicato nel novembre scorso e relativo al 2013, è una stima del livello di Pm2,5 ricavata secondo tutti gli altri indicatori conosciuti (quali il Pm10). Venafro, e non deve essere evidentemente una consolazione, si “classifica” a metà della scala (ovvero 16-25 ug/m3) dei livelli di inquinamento di tutto il mondo, Cina compresa…

Una situazione, dunque, preoccupante qualora non fosse già abbastanza evidente. L’Organizzazione mondiale – il cui studio è stato ripreso ieri da La Repubblica per ricordare come «l’inquinamento uccide un bambino su quattro» – della sanità segnala come il Pm2,5, cioè le minuscole particelle all’interno dell’inquinamento atmosferico, possono penetrare nel corpo e sono quelle più strettamente connesse con la morte prematura e il cambiamento climatico.

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