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Un altro cane padronale è caduto sotto i colpi dell’avvelenatore… ormai seriale. Infatti ieri mattina, a distanza di due mesi dal precedente episodio, sempre nella zona della parrocchia dei santi Martino e Nicola (conosciuta a Venafro come quartiere don Rocco) è stata trovata un’altra esca avvelenata. Questa volta in un giardino, l’altra vicino ai cassonetti dell’immondizia. Ancora una volta è stato il fiuto di “Africa”, il cane del Nucleo cinofilo antiveleno, a scovarla. Il reparto speciale di Frosolone è stato allertato dai Carabinieri forestali comandati dal maresciallo Antonio De Caprio che avevano raccolto la segnalazione di un cane morto e di un altro salvato in extremis, sempre con i sintomi tipici dell’avvelenamento. Quando prima l’imprenditore venafrano che ha purtroppo perso un “Pinscher” e poi una residente hanno allertato i forestali, si è compreso che l’avvelenatore era tornato alla carica incurante delle conseguenze dei suoi gesti che, è bene ricordarlo, rientrano nell’alveo della giustizia penale.
Un rapido giro di perlustrazione ed è ecco che “Africa” indica al suo conduttore dei Carabinieri forestali il cibo “sospetto”. Non ci sono dubbi, si tratta di veleno. Il tutto viene quindi prelevato per essere analizzato. Di conseguenza, si bonifica la zona per evitare ulteriori conseguenze.
Sia come sia, il fenomeno adesso preoccupa. Anche perché oltre ai poveri ed incolpevoli animali rischiano problemi anche i bambini che magari si trovano a giocare nelle zone scelte dallo sconsiderato per piazzare le proprie esche. A quale scopo, ancora non è dato saperlo. Una delle ipotesi potrebbe essere relativa alle deiezioni canine lasciate talvolta, purtroppo, sui marciapiedi. Per questo nei prossimi giorni la Polizia municipale e le forze dell’ordine intensificheranno i controlli per verificare se i proprietari ed i conduttori di cani sono in possesso del kit di raccolta delle deiezioni degli amici a quattro zampe. È stata preannunciata la tolleranza zero. In ogni caso, resta comunque incompresibile come una persona sana di mente possa pianificare l’uccisione di animali a caso per “vendicarsi” di un presunto torto. Ovviamente ammesso che di questo si tratti.
Proprio per spazzare il campo da ogni dubbio e nel tentativo di risalire all’autore dell’ignobile gesto, i Carabinieri forestali confidano ora nelle segnalazioni, anche anonime, di qualche residente o pure di qualche passante che magari ha notato qualcosa.
La notizia della morte del cane – la cui carcassa verrà comunque analizzato presso l’Istituto zooprofilattico – e del ritrovamento di boccone è stata segnalata alla Procura. Si procede per violazione dell’articolo 544-bis del Codice penale che prevede: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi».

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