La Gip Arlen Picano ha respinto l’istanza di revoca della sospensione dall’insegnamento. Le due maestre accusate di maltrattamenti ai danni dei bimbi dell’asilo di Venafro non potranno, pertanto, tornare a scuola.
Dal Tribunale di Isernia una decisione in tempi rapidissimi, l’indomani dell’interrogatorio di garanzia. Decisione rapida e in un certo senso scontata, anche perché sia la 49enne che la 58enne l’altro giorno si sono avvalse della facoltà di non rispondere. Dunque, la Gip non ha dovuto sostanzialmente valutare elementi nuovi. La Picano ha così restituito gli atti alla Procura che nei prossimi giorni, con ogni probabilità, avanzerà l’istanza di giudizio immediato.
Ai legali, i quali non avrebbero ancora terminato l’esame di tutti i documenti ed i filmati depositati dall’accusa, resta adesso la carta del Riesame. Ma è una ipotesi che sarà analizzata nelle prossime ore, pure perché è una strada apparentemente tutta in salita in quanto la misura applicata alle due insegnanti non è l’arresto ma la sospensione, meno afflittiva.
Tuttavia, mentre ieri l’attenzione era concentrata sulla decisione della Gip, sui social ha iniziato a rimbalzare una denuncia shock da parte di una studentessa venafrana: il figlio di una delle maestre sarebbe stato infatti aggredito all’uscita da scuola. Per la verità, stando a quanto risulta a Primo Piano Molise, quello di ieri non sarebbe il primo episodio del genere nei confronti dell’adolescente, preso di mira subito dopo l’esplosione del caso seguita all’operazione della Polizia di Stato “Lasciateli giocare”.
Chiaramente fatti da stigmatizzare con forza e decisione. La “caccia alle streghe” scatenata soprattutto sui social evidentemente ha trovato terreno fertile in giovanissimi che si sono così sentiti autorizzati a farsi giustizia nei confronti dell’incolpevole figlio di una delle due maestre accusate di maltrattamenti ai danni di bimbi. Gli animi, ad una settimana dall’operazione della Polizia sono ancora oltremodo esacerbati. Già l’altra mattina prima dell’interrogatorio di garanzia, uno dei legali aveva lanciato l’allarme. Ieri, il post per certi versi scioccante di una giovane di Venafro – che ha ricevuto centinaia di apprezzamenti e condivisioni – ha fatto riflettere molti.
«Aneddoto del giorno – si legge sulla pagina della studentessa -. Un ragazzino di […] anni uscendo da scuola viene circondato da alcuni ragazzacci che lo spintonano e lo deridono dicendo “tua madre è una t**, una p**”, “Devi morire”. 5 minuti dopo a questo ragazzino viene rubata la merenda. Dopo altri 2 minuti viene tirato un pugno. Dopo ancora altri 2 minuti il suo volto è pieno di lividi. Questo ragazzino è figlio di una della maestre di cui si è tanto parlato su Facebook. Quei ragazzacci invece sono figli vostri. Avete condiviso su Facebook messaggi di odio nei confronti di quelle maestre dicendo che avrebbero dovuto insegnare l’amore ai bambini. Ma voi madri invece cosa avete insegnato ai vostri figli? Non siete poi così tanto diverse da loro. Ah, e aggiungo che alla richiesta di mio fratello di salire in macchina per accompagnarlo a casa quel ragazzino ha risposto: “No tranquillo, chissà cosa pensa tua madre di me”. Gente, vi adoro».
Il rischio evidente è che il clima ingenerato – inutile negarlo – anche dalla visione del video delle violenze possa finire con il mietere altre vittime innocenti: dopo i bimbi anche il figlio di una delle maestre… Aggiungendo danno al danno.

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