Commerciante “salvata” da una cartella Equitalia di ben 780mila euro! È questa l’avventura (a lieto fine) per una venafrana che, all’epoca titolare di un’attività a confine tra Molise e Abruzzo, si è vista piombare sulla testa la pesantissima tegola.
Secondo l’Inps, la commerciante non avrebbe pagato crediti previdenziali e assistenziali nel periodo 2000-2005. La maxi cartella le è arrivata nel 2017, quando peraltro l’attività di proprietà era stata già chiusa. Superato il comprensibile spavento iniziale, la donna si è rivolta allo studio legale dell’avvocato Gianluca Giammatteo che, con l’ausilio del consulente Alessandro Capone, ha dunque seguito la pratica e proposto ricorso, con il relativo processo instaurato presso il Tribunale di Sulmona.
Per l’Agenzia delle Entrate e l’Inps la commerciante avrebbe dovuto pagare l’ingente somma per il quinquennio di inizio anni Duemila, nonostante per un altro periodo più recente l’Istituto di previdenza avesse ricevuto il pagamento delle spettanze a seguito di sgravio. Chiuso il capitolo relativo all’ultimo periodo, Equitalia ha preteso 780mila euro per le annualità 2000, 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005. A fondamento della richiesta una legge regionale dell’Abruzzo che prevedeva la sospensione dei termini di prescrizioni per l’area del cratere. Tuttavia, come dimostrato dall’avvocato Giammatteo che “carte alla mano” ha smontato la legge regionale, il paese dove aveva sede l’attività della commerciante venafrana non era ricompreso nell’area del cratere e pertanto nessuna sospensione dei termini poteva operare.
A seguito di dibattimento, il giudice del Tribunale di Sulmona altro non ha potuto fare che accogliere il ricorso della donna e annullare, di conseguenza, la maxi cartella.
Ricevuta la notizia della sentenza, la commerciante è, ovviamente, rinata. Forse temeva seriamente che la pretesa di Equitalia fosse fondata ma il legale Giammatteo ha, invece, dimostrato che la cartella era bella che prescritta essendo trascorsi 5 anni dalla contestazione degli omessi versamenti previdenziali e assistenziali malgrado l’agenzia di riscossione avesse sbandierato l’esistenza della legge regionale, la quale, a ben vedere, come dimostrato dallo studio legale venafrano non poteva operare nei confronti della commerciante.

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