Il governo Draghi impugna le norme sulla riorganizzazione degli ospedali approvata dal Consiglio regionale del Molise il 14 giugno scorso. Ribattezzata ‘legge Iorio’ perché l’ex presidente ne è il primo firmatario, in sintesi prevede un Dea di II livello a Campobasso costituito da Cardarelli e Gemelli Molise (ripristinando al Cardarelli reparti ora chiusi in attuazione del decreto Balduzzi come la neurochirurgia), la conseguente ‘promozione’ del San Timoteo e del Veneziale a strutture di primo livello e la riattivazione di punti di primo soccorso al Vietri e al Ss Rosario che, sempre per via del dm 71, sono stati trasformati nel 2016 in Case della salute.
Il testo, sottoscritto anche dall’altra consigliera di FdI Aida Romagnuolo e dall’assessore Filomena Calenda, fu approvato con un blitz durante una seduta in cui il governatore Donato Toma, commissario della sanità, era assente per impegni istituzionali a Roma. Il voto favorevole della Calenda, mentre il resto della maggioranza presente in Aula si astenne, provocò polemiche. Lei lo spiegò con motivi di coerenza: aveva aderito al ddl quando c’era il commissario esterno Giustini per ricondurre in capo all’Assise il potere di programmazione in sanità. Che però contrasta con il commissariamento.
L’impugnativa di Palazzo Chigi era scontata: la legge è contraria alle norme sul commissariamento, appunto, e nel merito alle prescrizioni del Balduzzi. Promulgato dal vicepresidente della giunta Cotugno qualche giorno dopo il varo da parte di Palazzo D’Aimmo, il testo è stato oggetto di una richiesta formale di Toma e del sub Giacomo Papa. Nella nota indirizzata al capo dell’Assemblea legislativa Salvatore Micone, se ne chiede l’abrogazione, come previsto dalla legge che disciplina il commissariamento della sanità molisana. L’Aula ha 60 giorni di tempo, non ancora scaduti. Ma non è accaduto nulla dalle parti di via IV Novembre. Così, insieme alla promozione del giudizio di incostituzionalità davanti alla Consulta, il Consiglio dei ministri su istruttoria del ministero della Salute e proposta di quello degli Affari regionali, si appresterebbe a chiedere anche la sospensione dei suoi effetti agli ermellini. Un’indiscrezione autorevole che però deve trovare conferma nel provvedimento del governo che si è riunito ieri pomeriggio e che si è protratto fino a tardi anche perché ha approvato fra le altre cose il decreto Aiuti bis. Si tratta di una procedura insolita, forse inedita, probabilmente scelta anche per tenere indenne il piano operativo che il commissario Toma si appresta a emanare (e che avrà contenuti diversi). Inoltre, trascorsi i due mesi a disposizione del Consiglio regionale, Palazzo Chigi attiverà i poteri sostitutivi previsti dalla normativa per cancellare dall’ordinamento giuridico la legge. Archiviando, così, il tentativo di ribellione. In definitiva, dal piano di rientro il Molise non uscirà per un’insurrezione.
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