Quattro richieste specifiche contenute in un documento probabilmente da cesellare ancora in vista della fase centrale della campagna elettorale, ma che delineano quelle che sono le istanze da produrre alla classe dirigente, presente e soprattutto futura. Rispetto all’assemblea del 5 agosto scorso, quella di lunedì sera, 29 agosto, è stata più partecipata e soprattutto densa di una rappresentanza territoriale che davvero ha messo a confronto agricoltori e allevatori di tutto il Molise, da Venafro alla costa, da Roccamandolfi a Morrone del Sannio, passando per Petrella Tifernina e Sant’Angelo Limosano a Larino, Guglionesi, Palata e Acquaviva Collecroce.

Cresce il dissenso contro chi non muove foglia sul mondo agricolo, stritolato da aumenti esorbitanti e dalla scarsa redditività dei raccolti, a cui aggiungere danni conclamati, quelli causati dalla fauna selvatica: cinghiali, lupi e caprioli. E’ quanto emerso nel raduno dell’ex pizzeria Number One di Palata, che rispetto agli incontri precedenti si è arricchito della presenza dell’associazione allevatori guidato da Antonio Ditri, che ha risposto all’appello lanciato a inizio mese dal Movimento agricolo molisano. I coltivatori vogliono parlare di temi concreti, di problemi e di come risolverli, tanto che c’è tra loro chi vorrebbe manifestare in segno di protesta persino in prefettura, proprio contro la vicenda ungulati, con aziende agricole che ci hanno rimesso decine di migliaia di euro e non sanno come e a chi avanzare eventuali domande per ristori e risarcimenti. Ma una idea c’è, è quella che proprio Ditri ha lanciato in un dibattito a tratti infuocato: una class action contro lo Stato. Di politica, soprattutto in questa fase, si vuole parlare con estrema cautela, non ci si fida di chi risponderebbe per ovvi motivi sì alle varie richieste, ma dai vertici del Mam, Antonio Di Rocco, Ivano Zara e Domenico Zeoli, le frustate sono evidenti e non solo verso chi amministra nella sostanza, ma in generale, poiché l’agricoltura sembra sparita dall’agenda della campagna elettorale. Se il 5 agosto si erano presentati i sindaci di Palata, Montecilfone e Acquaviva Collecroce, il nucleo territoriale più raggruppato che potesse esserci, stavolta sono venuti i primi cittadini di Petrella Tifernina, Alessandro Amoroso, Sant’Angelo Limosano, William Ciarallo e Morrone del Sannio, Stefania Pedrazzi.

Dalle varie testimonianze, almeno una decina, è emerso come l’agricoltura in Molise rappresenti ancora il nerbo della società e tante sono le criticità emerse, peraltro note, per chi fatica oggi a fare reddito e a coprire persino le spese. Chi, con 100 ettari di terreno, non riesce a pagare i contributi, anche per i danni causati dalla fauna selvatica. Della fauna selvatica si parla non solo di cinghiali, ma anche lupi e caprioli, che devastano colture e ampie porzioni dei fondi, sia montani che collinari e pianeggianti. Varie facce di una stessa medaglia: la sofferenza. È quella scolpita nei volti di chi lavora sodo, dal mattino presto all’imbrunire, per sbarcare il lunario e soprattutto mettere in moto la catena alimentare, mai così centrale come in questo momento storico che stiamo vivendo. Nel corso dei lavori messo a fuoco un documento di riflessione e proposizione, che si intende porre al vaglio di chi andrà ad amministrare. «Il Movimento Agricolo Molisano, sorto alcuni anni orsono allo scopo di svolgere attività sindacale e divulgativo in agricoltura, diffondere nuovi metodi di coltivazione per migliorare la qualità a minor costo, rafforzare il potere contrattuale sui mercati, sia per l’acquisto dei prodotti occorrenti alla coltivazione che per quelli destinati al consumo, mediante sistemi di filiera e per cercare di migliorare i redditi agli operatori; il nostro Movimento si ispira ai valori sociali e del solidarismo collettivo, ligio ai principi Costituzionali, sostiene la democrazia, la libertà, la giustizia sociale ed economica, il diritto e rispetto al lavoro, innanzitutto quello autonomo agricolo; alle imminenti elezioni politiche, pur considerando l’orientamento storico culturale, prevalente da sempre nel mondo rurale, verso l’area politico di centro, vi è però una grave crisi che il settore sta vivendo, dopo che da diversi anni gli agricoltori si dibattono per le diverse avversità dannose: prima la pandemia, poi le calamita naturali, persistenti ancora oggi, aggiunto ai danni dei cinghiali, alla guerra in corso con gravi conseguenze sui mercati energetici, aggravando enormemente i costi di produzione agricoli, compromettendo la sopravvivenza economica del Settore. Tale situazione incute sugli agricoltori, angoscianti preoccupazioni per il futuro, che vanno subito mitigate con proposte credibili da chi si propone oggi al governo del Paese. Ciò premesso e al fine di un doveroso tentativo in futuro per la ripresa della nostra agricoltura, rivolgiamo oggi alle forze Politiche e ai loro candidati alle prossime elezioni, pressanti e determinanti provvedimenti Risolutivi, che di seguito si elencano: 1) una legge di finanziamento pluriennale per l’agricoltura: (di gestione con le Regioni); Per ammodernare il settore e l’agroindustria, per produrre, su basi scientifico, cibi sani e a costi più bassi, riacquisire competitività sui mercati, migliorare i redditi a tutti gli operatori della filiera produttiva e riattrarre i giovani al settore; 2) una seconda legge per interventi straordinari per prestiti agevolati annuali e/o quinquennali di conduzione aziendale, con un abbuono in conto capitale per indennizzare i danni causati da: calamità naturale, da animali protetti, da pandemie e zoonosi, da crisi economiche anche globali e di riflesso sul settore; 3) adottare il miglioramento minimo pensionistici ai lavoratori Autonomi” e defiscalizzare gli energetici per uso produttivo e immobili aziendali e annessi».

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