In Molise non c’amo nessuno. Una specie di sconfitta per il ras della coop ‘29 giugno’ Salvatore Buzzi. Il 7 maggio 2013 lo ammette al telefono con Sandro Coltellacci, anche lui responsabile di una cooperativa. Una sconfitta perché qualche mese dopo, a gennaio 2104, intercettato da una cimice ambientale del Ros Buzzi rassicura l’ex Nar Massimo Carminati e un certo Paolo Di Ninno (per gli investigatori una sorta di direttore finanziario dell’organizzazione criminale) che il ‘problema del Cara’ si sta risolvendo: “Se stamo a comprà mezza Prefettura”.

Molise lontano dagli affari della cupola, ininfluente. Buzzi e compagni non c’hanno nessuno perché probabilmente non ne hanno mai avuto bisogno. Finché non nasce il progetto di realizzare un centro di accoglienza profughi nel villaggio che ospitò i terremotati a San Giuliano di Puglia. Allora il gruppo drizza le antenne. Punta a gestire la struttura. Il metodo, quello consueto, che per gli investigatori consiste in tangenti e amici piazzati nei posti giusti. Per esempio, nelle loro intenzioni, all’interno della commissione per la gara che sarà bandita per il centro molisano. Qui Odevaine arriva un anno e mezzo fa, insieme alla delegazione del Viminale guidata dal prefetto Pria, che all’epoca dirigeva il dipartimento per le libertà civili (al suo posto oggi c’è Mario Morcone), e dalla sua collega Scotto Lavina, a capo della direzione per l’immigrazione e l’asilo. Il 10 giugno 2013 un sopralluogo nel paese simbolo del sisma, nel pomeriggio una riunione tecnica in prefettura a Campobasso. Ora che il suo volto è noto, Odevaine è perfettamente riconoscibile nelle immagini di quel giorno (nella foto durante il suo intervento al Palazzo del Governo).

Che a San Giuliano di Puglia il ministero dell’Interno punta a realizzare un centro di accoglienza per migranti in Molise si sa con certezza solo quel giorno. Un mese prima Coltellacci, uno dei 29 finiti in carcere nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale, riferiva al telefono a Buzzi di aver sponsorizzato le loro cooperative per gestire l’affare dell’ex villaggio per terremotati con Odevaine. Ex vice capo di gabinetto di Veltroni al Campidoglio e oggi componente del Tavolo nazionale sui rifugiati, la sua posizione è tra le più delicate nell’indagine coordinata dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone. Stando agli accertamenti investigativi dei carabinieri Odevaine, forte del suo ruolo all’interno dell’organismo del Viminale, avrebbe “veicolato” verso “gli organi centrali dello Stato” gli interessi degli imprenditori legati a Carminati.

Coltellacci al telefono con Buzzi il 7 maggio 2013. Al ras della coop ‘29 giugno’ Coltellacci riferisce di un incontro avuto nella mattinata con Odevaine in merito all’apertura di un centro migranti a San Giuliano di Puglia. Questo il testo riportato da Il Tempo. “Gli ho detto: «Ma scusa Luca, ma perché non ce manni in Molise a noi? Perché mo’ aprono…». E lui mi ha risposto: «Eh, ma li ci stanno i sindaci locali…», dice «perché pure la Boldrini vuole attivà il canale dello Sprar, perché lei pure se rende conto che st’apertura de sti centri ha fatto buttà nel mercato un sacco de gente che s’è improvvisata, come albergatori, gente che non c’entrava un c…o». Gli ho risposto: «Luca, tu ricorderai che esiste un registro ministeriale per le imprese che possono fare queste cose, da quello che ricordo l’iscrizione ministeriale ce l’ha ‘29 Giugno’ (…) Sono 1.500 posti in Molise».

Buzzi non c’ha nessuno in Molise. A questo punto Buzzi interviene: “E chi possiamo trova’ come interlocutore, là? In Molise? Eh, niente, non c’amo nessuno… Di Pietro! Annamo da Di Pietro”. Coltellacci: “In Molise c’è Di Pietro che non fa più un c…o credo, no? Che fa mo’ Di Pietro? Non farà più un c…o pure al paese suo”.

Il piano di Odevaine. San Giuliano di Puglia, Mineo e Castelnuovo di Porto (in costruzione): questi i centri su cui la cricca di Buzzi e Carminati hanno messo le mani o solo gli occhi. È il caso di San Giuliano che, dunque, dopo l’abboccamento del maggio 2013, è entrato nell’orizzonte di Odevaine. “L’idea era di fare una media tra 80 centesimi e un euro e mezzo a persona grosso modo di margine di utile” fa i conti col commercialista. Al Cara di Mineo, spiega in una conversazione intercettata dai militari nel marzo scorso, “lo possiamo fare senza procedure d’urgenza. Con loro avevamo stabilito 10mila euro al mese come, diciamo così, contributo… anche perché  qui c’ho assunta qualche persona… figli di dipendenti del ministero”. Ma ci sono 4mila persone a Mineo e il contributo raddoppia a 20mila euro, invece “su San Giuliano dobbiamo ancora quantificarlo, perché intanto per scaramanzia si farà i conti su quanto sarà l’utile”. Proprio perché ha un ruolo istituzionale nel Cara di Mineo, Odevaine cerca una persona di fiducia per la commissione di gara a San Giuliano. “C’è una dirigente della presidenza del Consiglio e insomma è anche un’esperta… ha lavorato anche con il ministro Kyenge (titolare dell’Integrazione nel governo Letta, ndr) fino a pochi giorni fa… per cui vediamo di fargliela fare a lei la presidente della commissione”. Si tratta di Patrizia Cologgi che, scrive il Messaggero citando gli atti dell’inchiesta, risulta indagata in concorso con Coltellacci.

Il muro di Frattura. “Inquietante la conversazione intercettata dai carabinieri del Ros nell’ambito dell’inchiesta che riguarda l’organizzazione criminale operante nella capitale. Ci impressiona leggere delle mire ‘espansionistiche’ sul nostro Molise, terra da sempre refrattaria a ogni forma di collusione con il malaffare”. Il governatore Paolo Frattura interviene sul caso e respinge i tentativi. Il Molise non finirà in un capitolo del nuovo ‘Romanzo criminale’: “Non lo sarà mai, il nostro Molise, terra di conquista per personaggi senza scrupoli. Terremo alta la guardia, come l’abbiamo sempre tenuta, soprattutto nei confronti di chi pensa di poter traslocare sistemi malavitosi in una regione di persone perbene, le stesse che in questi giorni stanno lavorando con onestà e trasparenza per assicurare a breve nel pieno rispetto della legge accoglienza nel villaggio temporaneo di San Giuliano di Puglia agli ospiti migranti e rifugiati”.

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