Ci sono 1317 cittadini che hanno deciso di metterci la faccia nella battaglia contro i cosiddetti ‘signori dell’energia’. Con le loro firme chiedono di sospendere le autorizzazioni per la realizzazione di centrali a biomasse per la produzione di energia sul territorio. I 115 fogli sottoscritti e timbrati sono stati raccolti dal comitato ‘Ambiente e Salute’, che si è costituito qualche settimana fa, e inviati al sindaco di Campobasso Antonio Battista, al prefetto Francescopaolo Di Menna, alla Provincia, alla Regione Molise, al Corpo Forestale, alle associazioni ambientaliste e ad altri enti.

Oltre alle firme, un documento di dieci pagine raccoglie tutte le motivazioni della netta contrarietà espressa “non solo per tali impianti, ma anche per ogni forma di incenerimento derivante dallo smaltimento dei rifiuti, per la produzione di energia, come suggerito dalle direttive europee”.  Insomma, “biomasse, inceneritori e forni crematori qui non ne vogliamo”, dicono dall’associazione guidata da Nicolino Libertone che in queste ultime settimane ha lavorato in silenzio e ha seguito una strada alternativa rispetto al comitato ‘Basta emissioni’ di Emilio Izzo e compagnia.

Troppe incertezze sul materiale che può essere bruciato: “Attualmente il quadro normativo italiano identifica come biomassa una serie innumerevoli di sostanze che non sono esclusivamente residui forestali e legna”, si legge nel lungo documento inviato alle istituzioni. Nel caso di Mascione, poi, la richiesta della Rg1 di realizzare la sua centrale “è in forte contrasto con “la vocazione agricola della contrada, dove sorgono ulivi, vigneti, frutteti e orti”.

Da qui l’invito “alle amministrazioni (comunale e regionale) a bloccare ogni tipo di autorizzazione all’incenerimento di rifiuti e biomassa” e la sollecitazione “a predisporre una rete di monitoraggio ambientale, a produrre un piano energetico regionale condiviso con i cittadini e a creare un piano concreto per la raccolta differenziata”. Infine, la richiesta di un piano concreto per la raccolta differenziata “a tutela dell’ambiente e a reale beneficio dei cittadini dal punto di vista economico e salutare”. A Comune, Regione e Provincia, infine, il comitato chiede concretezza, o meglio “documenti e atti di consiglio che impediscano ogni forma di incenerimento e/o impianti di questo genere, incluso il forno crematorio che dovrebbe essere realizzato a San Giovanni”. Se questo non dovesse avvenire, il comitato non mollerà gli ‘ormeggi’: “La nostra raccolta firme continuerà e se necessario sarà ripresentata sotto forma di petizione”.

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