Analizzati nel merito i ricorsi, il Tar del Molise si è riservato di decidere e, probabilmente, emetterà la sentenza sulle centrali a biomasse non prima di due mesi.

Il collegio presieduto da Antonio Onorato e composto da Luca Monteferrante, Domenico De Falco e Orazio Ciliberti dirimerà una vicenda che ha generato proteste e polemiche a non finire.

Stamane a Campobasso l’udienza pubblica. Sul tavolo dei giudici del tribunale amministrativo regionale i ricorsi promossi da comuni, cittadini, associazioni e imprenditori dell’area del Matese, rappresentati dagli avvocati Massimo Romano, Pino Ruta e Margherita Zezza, avverso i provvedimenti di autorizzazione alla realizzazione delle centrali a biomasse nei comune di  Campochiaro e San Polo Matese.

“Non ci sono i presupposti per la realizzazione degli impianti, c’è una carenza istruttoria sotto il profilo ambientale, paesaggistico, sismico e geomorfologico, siamo molto fiduciosi”, ha dichiarato prima di entrare in aula l’avvocato Pino Ruta.

Autorizzazioni prima concesse dalla Regione Molise e successivamente revocate in autotutela e poi annullate dalla stesso ente.

Provvedimenti contro i quali le aziende che avrebbero dovuto realizzare gli impianti hanno a loro volta presentato due ricorsi con relativa richiesta di indennizzo: 8,5 milioni di euro la Civitas, rappresentata dall’avvocato Massimo Di Nezza dllo studio Colalillo, addirittura 23 milioni di euro la richiesta avanzata dalla Di Zio Costruzioni, difesa dall’abruzzese Teti.

La vicenda ha fatto molto rumore per il presunto coinvolgimento del governatore Paolo Frattura, che prima di approdare a Palazzo Vitale era socio della Civitas, società che avrebbe dovuto costruire e gestire la centrale di Campochiaro. In via San Giovanni anche i rappresentanti dei comitati e molte mamme del Matese che non hanno mai smesso di combattere. “Le centrali non le vogliamo”, hanno ribadito.

Nel caso in cui i giudici dovessero accogliere i ricorsi di comuni, cittadini, associazioni e imprenditori dell’area matesina, e dunque disporre l’annullamento delle autorizzazioni poi revocate e annullate dalla Regione Molise, le richieste di risarcimento danni avanzate dalle società cadrebbero nel nulla.

Ma ci sarebbe anche uno scenario diverso: il Tar, infatti, potrebbe accogliere i ricorsi di Civitas e Di Zio disponendo nei confronti delle due aziende un risarcimento tutto da quantificare che rappresenterebbe comunque una mannaia per le casse della Regione.

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