Dov’eravamo rimasti?  Il tempo è scaduto per i sindacati. Dopo la ‘tregua’ concessa per la pausa estiva, sono pronti a riprendere la battaglia per la stabilizzazione dei precari. In Molise 500 sono sulla graticola da mesi e la mancata proroga del loro contratto rischia, per le organizzazioni sindacali, di mandare in tilt il sistema. Problemi simili in tutte quelle regioni italiane alle prese con il piano di rientro dal debito sanitario.

A livello nazionale la Fials ha inviato un documento al Governo per sollecitare l’applicazione del Dpcm Lorenzin dello scorso 6 marzo relativo alla disciplina delle procedure concorsuali riservate per l’assunzione di personale precario della Sanità dopo che, un paio di settimane fa, ne sono state emanate le linee guida anche dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Anche nella nostra regione, il sindacato sollecita il governo di Palazzo Vitale e in modo particolare il presidente-commissario ad acta Paolo di Laura Frattura “a farsi autorizzare le assunzioni dal Governo Renzi”. Il blocco del turnover a causa del piano di rientro dal debito sanitario è l’ostacolo principale.  I canali previsti dalla normativa vigente, per le assunzioni a tempo indeterminato, sono: i concorsi pubblici, la mobilità interregionale e le stabilizzazioni per chi ha maturato i requisiti di legge. Paletti stabiliti dal decreto Lorenzin: l’anzianità di servizio per almeno 36 mesi, ad esempio. E poi la stabilizzazione avviene nella regione in cui si sta lavorando e riguarderà, recita la norma, solo “il personale del comparto Sanità e quello appartenente all’area della dirigenza medica e sanitaria, non costituiscono servizi utili per la stabilizzazione quelli resi presso enti di diverso comparto, né sono configurabili stabilizzazioni di dirigenti dei ruoli professionale, tecnico e amministrativo”. Il 50 percento dei posti a disposizione saranno a disposizione di chi ha maturato tali requisiti, il resto sarà stabilizzato con la mobilità interregionale oppure il concorso pubblico.

In Molise, in tali paletti, rientra meno della metà degli attuali precari: circa 200, stimano dal sindacato.

L’articolo completo su Primo Piano di oggi. 

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