L’altra faccia della scuola, quella che non traspare dai messaggi augurali della politica, la racconta la Cgil. E’ fatta del crollo del numero di alunni, del pasticcio fatto con l’assegnazione degli insegnati e, ovviamente, della carenza di strutture a norma. Così il primo giorno di scuola ha un sapore agrodolce, molto lontano dalla festa carica di aspettative che solitamente accompagna il suono della prima campanella dell’anno.

“L’inizio dell’anno scolastico 2016-17 porta come al solito molti protagonisti della politica a formulare gli auguri di un buon anno agli studenti. La scuola molisana non ha bisogno di interventi propagandistici, essa sta vivendo momenti difficili ed un vero e proprio spopolamento: dal 2008 ad oggi ha perso 1600 posti di lavoro. Il numero degli alunni è diminuito in maniera preoccupante. Quest’anno avremo altri 860 alunni in meno. Dal 2006 ad oggi siamo passati da 48.400 alunni a 39.890” spiega Flc Cgil del Molise.

“A ciò si aggiunga il tema dell’edilizia scolastica, vero e proprio nervo scoperto della nostra regione, affrontato in modo approssimativo in assenza di una programmazione di medio periodo. Infatti sappiamo che, al suono del primo campanello, diverse scuole in Molise non apriranno. Non sarà un buon inizio di anno scolastico per i circa 350 docenti molisani che, dopo aver lavorato per anni nelle nostre scuole, sono stati trasferiti altrove. La speranza è che possano rientrare, almeno per un anno, con le assegnazioni provvisorie, visto che 200 posti sono disponibili”.

Le responsabilità? Soprattutto della politica: “La politica regionale si sta distinguendo per la sua assenza: manca una legge regionale sull’istruzione, manca un piano dell’offerta formativa territoriale, manca anche l’assessore all’istruzione; interpellata più volte, ha deciso di non rispondere. La Flc Cgil Molise da tempo ha formulato proposte concrete sull’organizzazione scolastica, sulle azioni che gli Enti locali dovrebbero attivare per rilanciare il sistema d’istruzione regionale, sulla necessità di investire sulla conoscenza. Solo in questo modo potremmo contribuire ad evitare il declino e lo spopolamento del nostro territorio”.

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