Una buona operazione di marketing territoriale. Il reddito di residenza ha valicato i confini regionali e anche quelli nazionali con un ritorno d’immagine non indifferente. Ma tutta questa attenzione mediatica sul provvedimento varato dalla giunta regionale servirà a ripopolare i nostri piccoli comuni? Perché poi il cuore del problema è l’emorragia demografica che questa misura intende contrastare.
Il Pd qualche perplessità ce l’ha anche se «non siamo abituati a criticare un’iniziativa a prescindere dicendo magari che si sarebbe potuta fare meglio. La questione è di fondo però» spiega Stefano Buono, dirigente regionale dem e consigliere comunale a Venafro. Intanto le risorse finanziarie ammontano ad appena un milione di euro per tre anni che tradotto «vuol dire – spiega Buono – contemplare una platea di qualche decina di persone. Non credo possa essere uno strumento risolutivo».
Lo spopolamento degli ultimi anni non lascia presagire nulla di positivo: se non si invertirà la tendenza negativa fra un po’ non avremmo più motivo di esistere come ente Regine.
«Per intenderci – ragiona il dirigente dem – se dovesse continuare così perderemo ogni anno 1.500 persone a fronte dei circa dieci che questa misura farebbe arrivare. Dovremmo avere allora una classe politica all’altezza della sfida e capace quindi di mettere mano alle criticità della nostra terra prospettando soluzioni radicali, di fondo. Migliorare la sanità, migliorare la viabilità esistente, progettare e costruire grandi infrastrutture in grado di rendere il Molise percorribile, percorso e collegato, investire sull’innovazione tecnologica e sulla sostenibilità ambientale. Mettere in campo insomma, nella prossima programmazione settennale dei fondi Europei, strumenti in grado di rendere attrattivo il Molise e di creare le condizioni di competitività per le aziende. Potremmo, con questo bando, riuscire a portare qualche decina di persone che, una volta arrivate qui, si renderebbero conto però di non avere strade agevolmente percorribili e di non avere collegamenti degni di questo nome su rotaia, di non ricevere le cure, di non avere i servizi. Si renderebbero conto di essere isolati sia dal punto di vista logistico che istituzionale. Ripeto – conclude Stefano Buono – bene per il beneficio in termini di attenzione mediatica che il bando sta portando ma occorre avere una visione e programmare davvero se si vuole tenere in piedi questa Regione».

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