R0 è il valore che descrive come si diffonde la malattia in condizioni “perfette”: quando nessuno è ancora immune e non sono state prese misure come il distanziamento fisico per ridurre i contagi. Se l’indice è maggiore di uno si ha un’epidemia, se è minore di uno (cioè ogni malato contagia meno di una persona), questa invece si estingue.
Ora però non siamo più in condizioni “perfette”, né più nella piena emergenza bensì in fase 2. E per passare alla fase 2A. E se all’inizio della pandemia si misurava l’indice R0 (il numero medio di casi secondari generati da un infettore) che al Nord ha raggiunto quota 3 (una persona positiva ne contagia in media tre), ora che sono entrate in vigore le misure di contenimento si utilizza l’Rt. Sintetizza il Corriere dando conto del report dell’Iss: è l’R0 nel tempo.
E, dicono gli esperti, è influenzato non solo dal contenimento (quindi dal numero di persone che un infetto può incontrare) ma pure dall’aumento dei soggetti diventati immuni.
Dunque, è la notizia di ieri variamente commentata, il Molise è la regione con l’indice Rt al momento più alto: 0,84. La media nazionale è 0,75. La Lombardia è a 0,53. Solo l’Umbria è sotto lo 0,2 che l’Iss considera soglia massima per concedere ai cittadini di spostarsi da una regione all’altra. Ma tutte, sottolineano comunque gli esperti, sono sotto l’indice 1, che è la soglia di sopravvivenza del coronavirus.
Fondamentali, in questa seconda fase, in cui ci sono stati anche altri rientri da zone più colpite sono le tre T: tamponi, tracciabilità dei contatti e terapia domiciliare, per evitare il più possibile l’ospedalizzazione.
Al tg di Teleregione ieri, il dg dell’Asrem Florenzano ha dichiarato: «Il valore di 0,84 lo conoscevamo già, non dovevo leggerlo sul giornale, ed è il motivo per cui abbiamo avuto un atteggiamento molto prudenziale anche in fase 2. Da qui l’ulteriore polemica che ne è scaturita in relazione alla riapertura delle attività assistenziali. Ci siamo permessi di suggerire questo ulteriore momento di attesa perché ben consci che nelle direttive ministeriali ci sono parametri che se non rispettati purtroppo hanno come conseguenza il rientro in fase 1». Tra questi, comunque, non solo l’Rt ma anche i nuovi eventuali cluster.

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