Un solo positivo in più (ma i tamponi processati nelle 24 ore considerate sono 48 e non comprendono quelli eseguiti a Termoli fra i vicini della famiglia rom risultata positiva nelle ultime ore (è il nuovo cluster identificato nella città adriatica). Si tratta di un uomo rientrato a San Martino in Pensilis dove risiede: era già positivo fuori regione dove era stato ricoverato, ha fatto sapere l’Asrem. E si trova in isolamento da quando è tornato.
C’è anche un nuovo guarito ed è una persona della comunità rom di Campobasso.
Complessivamente, dunque, i contagi diagnosticati in Molise dall’inizio dell’emergenza sono 422 e 11.322 i tamponi eseguiti e processati. Nove i ricoveri in malattie infettive al Cardarelli (due i dimessi ieri, entrambi rom). Due invece in terapia intensiva. I malati curati a casa sono 225, 164 in totale i guariti con doppio tampone negativo e 327 le visite domiciliari effettuate dalle Usca. I soggetti in isolamento sono 401, quelli in sorveglianza 4.
Intanto cresce la tensione in Abruzzo. C’è il focolaio di Vasto, dove si sono ammalati rom che hanno dichiarato di aver preso parte al rito funebre di Campobasso (che domenica sera è finito a Non è l’Arena di Giletti) e dove il sindaco aveva chiesto la zona rossa. Il comitato per la sicurezza che si è svolto ieri ha deciso che non ci sarà zona rossa, Menna ha rilanciato sollecitando più tamponi e più controlli.
Anche a Rancitelli, Pescara, è scattato l’allarme e sempre in collegamento ai fatti molisani di fine aprile. «Prima di fare richieste alle forze dell’ordine, la Regione Abruzzo e il Comune di Pescara dovrebbero pensare a ciò che è nelle loro competenze. La sorveglianza sanitaria dei possibili positivi al Covid dipende dalla Asl e quindi dalla Regione. È necessario attivare subito i protocolli per eseguire i tamponi e per verificare che i soggetti a rischio rispettino le condizioni di isolamento», così il consigliere regionale abruzzese 5s Domenico Pettinari.

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