Dal Liscione alla Puglia, il progetto di una condotta di 10 chilometri che porterà l’acqua dall’invaso molisano fino al potabilizzatore di Finocchito è stato ieri oggetto di un lungo incontro che si è tenuto nella sede del Consorzio di bonifica della Capitanata. C’erano Vincenzo Napoli, commissario dei consorzi Trigno Biferno e Larinese, Andrea Zotti (dirigente risorse idriche della Regione Puglia), Giuseppe De Filippo e Raffaele Fattibene (rispettivamente presidente e direttore area ingegneria del consorzio pugliese). Nella foto dell’incontro s’intravede anche il capo del II dipartimento della Regione Molise, Massimo Pillarella. Un progetto sul quale il presidente Emiliano avrebbe inteso puntare tanto da investire 10 milioni di euro, necessari per realizzarlo. Un lavoro, quello del gruppo interregionale, che secondo le indiscrezioni andrebbe avanti da mesi e che ieri pomeriggio avrebbe avuto il via libera dei tecnici: si può fare, questa la sintesi, ma adesso dovranno esprimersi le due Regioni coinvolte. La Puglia, visto l’interesse del governatore, di fatto avrebbe già detto sì. Ora la parola passa quindi al Molise. Per i vicini, il vantaggio di poter contare su altri 50 milioni di metri cubi d’acqua che di fatto eviterebbero di attingere troppo dall’invaso di Occhito. Che preoccupa e non poco. «È ai limiti storici – spiega la consigliera Patrizia Manzo che nel febbraio scorso ha presentato una interpellanza sul tema -. Gli ultimi dati sono allarmanti: una disponibilità di quasi 125 milioni di metri cubi mentre lo scorso anno, in questo stesso periodo, era di 224 milioni circa». Il tema, quello delle risorse idriche, è rientrato nell’agenda politica alla luce della riunione interregionale che si è tenuta ieri e di cui nessuno, a Palazzo D’Aimmo, pare ne sapesse nulla. Un progetto da 10 milioni di euro, somma impegnata dalla Puglia mentre al Molise un ristoro stimato sui 5 milioni di euro l’anno che consentirebbero di cofinanziare i lavori per eliminare le problematiche infrastrutturali che non permettono ai consorzi di bonifica di utilizzare l’acqua dell’invaso. Il ristoro, nei fatti e secondo la narrazione dei vicini pugliesi, eviterebbe di far gravare i costi di quell’opera sugli agricoltori molisani costretti, altrimenti, a pagare di più l’acqua. «Chiederò copia dei verbali dell’incontro – commenta Patrizia Manzo che ha firmato la mozione presentata ieri dalla dem Fanelli -, qui non è in discussione la solidarietà, sia chiaro, ma il tema ormai solito del mancato confronto in Aula, della mancata condivisione di strategie e programmazione. Non possiamo subire scelte calate dall’alto, sconosciute al consiglio regionale che è il luogo dove tali decisioni devono essere affrontate e assunte e che potrebbero penalizzare i nostri agricoltori». E sulle opere di compensazione il giudizio tranchant. «Una trappola nella quale il Molise è già caduto quando, cedendo alla Puglia le acque dell’invaso di Occhito, avrebbe dovuto avere un ‘ritorno’ in termini infrastrutturali mai realizzato. Un accordo datato 1978» ricorda.

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