All’ex hospice del Cardarelli afferiscono le diagnosi conclamate di Covid-19, naturalmente i casi che hanno bisogno di ospedalizzazione. Lì saranno attivati nove posti aggiuntivi di terapia intensiva e quelli di sub intensiva che il ministero della Salute chiede al Molise di aggiungere alla dotazione ordinaria. È quindi l’hub, il centro di riferimento per la cura. Termoli e Isernia, sono spoke come per le altre patologie: 3 posti di intensiva in più nel primo e 2 nel secondo permetteranno, insieme alle aree grigie da realizzare nei Pronto soccorso, di gestire casi di Covid che, per esempio, vengano diagnosticati dopo un incidente che richiede un intervento chirurgico, evitando così di spostare i pazienti da una parte all’altra della regione, come è accaduto per l’anziana donna campana che avrebbe dovuto essere operata a Isernia e che invece è ancora a malattie infettive del Cardarelli.
Questo l’impianto del piano Covid numero tre inviato a Roma venerdì dal commissario Giustini che lo ha firmato insieme alla sub Ida Grossi e alla dg Salute Gallo.
A Larino, invece, la parte riabilitativa del post Covid. Una destinazione più adeguata rispetto all’attuale assetto della struttura – non è un ospedale bensì una casa della salute – e che ne completa l’orientamento alla cura delle cronicità. Una parte, questa, finanziata con i fondi per il rafforzamento della rete territoriale previsti dal dl Rilancio e non ancora valutata per la sua importanza (non solo in Molise): le conseguenze del Sars-Cov2 per chi è guarito sono pesanti e vanno gestite da personale specializzato. Vietri centro per la riabilitazione, Covid e non, e per la cura delle cronicità. Ora si attende il riscontro, e l’ok che tutti danno quasi per certo, dei tecnici ministeriali.

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