Cortocircuito fra Inps e Regione sui progetti di utilità diffusa. Il presidente Donato Toma ha dichiarato che man mano che i Comuni inviano alla Regione i dati delle persone utilizzate per il pagamento, la Regione li inserisce nel sistema informativo Sip. Al 4 settembre, così sempre Toma, erano arrivate alla struttura competente 69 nominativi su 518.
Ma neanche i 69 sono stati pagati. Lo dimostra, drammaticamente, la storia di una delle persone interessate, una donna che presta servizio per il Comune di Limosano dall’11 maggio. Ha scritto all’Inps, competente al pagamento, dopo aver letto le dichiarazioni del presidente.
Disoccupati senza sussidi: a loro si rivolgeva il bando. Questa donna, quindi, madre di famiglia, sta facendo sacrifici per guadagnarsi 600 euro al mese. Ma dall’11 maggio non ha ancora visto un euro.
E la risposta dell’Inps alla sua richiesta di informazioni su quando le sarebbero state accreditati i soldi l’ha gettata nello sconforto: i pagamenti seguiranno la preventiva alimentazione, con i dati dei beneficiari, della procedura dedicata alla gestione di questi prodotti, procedura che è a cura della Regione. Cosa vuol dire? Che la Regione non ha inserito i dati? Che all’Inps non sono arrivati?
Difficile che la risposta possa aiutare i tanti lavoratori che da quattro mesi sono impiegati nei progetti di utilità diffusa e non percepiscono ancora un centesimo. Li aiuterebbe il bonifico.
Anche per questo, la sindaca di Limosano Angela Amoroso, messa al corrente anche dell’ultima risposta ricevuta dall’Inps, ha scritto alla Regione e all’Inps chiedendo l’autorizzazione in tempi brevissimi a poter anticipare con fondi del bilancio comunale gli stipendi dei lavoratori, «che hanno svolto regolarmente e con diligenza quanto previsto nel progetto».

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