Il presidente della sezione molisana della Corte dei conti Michael Sciascia si è recato ieri mattina in visita istituzionale presso il convitto Mario Pagano di Campobasso. L’incontro è stato organizzato dal rettore Fasciano nell’ambito dei 150 anni dell’istituzione della Corte dei Conti. Sciascia ha tenuto una sorta di lezione sulla legalità ai rappresentanti degli alunni presenti nell’Aula magna non disdegnando di effettuare un passaggio sulla situazione molisana. “L’occasione mi sembra propizia – ha esordito – per incontrare quelle istituzioni che sono più vicine all’universo giovanile. La legalità – ha proseguito – è un prerequisito per la società civile. Una società civile è tale quando tutti rispettano le regole, non solo i cittadini ma anche e soprattutto i rappresentanti istituzionali”. Sciascia ha anche parlato dei conti concernenti la sanità in regione dopo le roventi polemiche dell’ultimo periodo: “La tendenza è a un miglioramento ma credo che la soluzione al problema non sia imminente. A marzo poi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, faremo il punto su questo aspetto. La competenza della Corte dei Conti è il controllo e, a tal proposito, vi annuncio che il piano di rientro sarà oggetto di controllo da parte nostra. Il Molise – ha dichiarato ancora a margine dell’incontro – sta attraversando una fase politica molto delicata, come ormai arcinoto. Il nostro compito è di sostenere la rinascita di questa terra che ha sofferto per la sua arretratezza economica e culturale. Vedo che la popolazione sta muovendosi nella direzione giusta. Vedo nelle coscienze un risveglio dell’attenzione verso la legalità. C’è un interesse rinnovato verso la correttezza nella gestione della cosa pubblica e la vigilanza è un nostro preciso dovere istituzionale. Ciò mi fa ben sperare affinché si creino i presupposti per una rinascita. Altrimenti tutto ciò che diciamo diviene retorica fine a se stessa. Non è solo la Corte dei Conti preposta al controllo ma ogni cittadino deve controllare la legalità nella politica attraverso le urne, urne con cui indicare chi è degno di ricoprire un determinato ruolo. È ciò che dà concretezza all’ipotesi democratica di finanza pubblica che purtroppo ancora stenta ad emergere. Sul finanziamento pubblico ai partiti il presidente della Corte dei Conti si è così espresso: “Sono scelte meramente politiche. Posso solo aggiungere che, se si decide di dare soldi ad un partito, questi soldi devono essere elargiti nell’ambito dello stato di diritto. La politica non è sopra il diritto. Per il principio di legalità, è il diritto ad essere sopra la politica. Tutti sono subordinati alla legge. I soldi pubblici devono essere controllati con rigore. Questa non è solo una tutela per i cittadini ma anche e soprattutto per gli amministratori. Chi si presenta alle elezioni, se è in regola, può guardare in faccia con orgoglio l’elettorato. Tutto ciò che è nascosto, invece, crea sospetto per una dietrologia endemica. Ormai la diffidenza è storica rispetto alla classe politica”.

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