Partono nel 2017. Giovani, belli pieni di speranze e, soprattutto, innamorati. Anche loro, purtroppo, come tanti cercano una soluzione lontano dal Molise e da Campobasso, la loro città. Raccontano con entusiasmo la loro esperienza. Una bella storia ma, al contrario.
Lui si chiama Mimmo Tondi, lei Serena Madonna, di 35 e 33 anni. Entrambi laureati; economia lui, giurisprudenza lei. A differenza di tanti giovani con la puzza sotto il naso, iniziano a Campobasso un’attività commerciale di ristorazione: una pizzeria. D’altronde buon sangue non mente. Lui appartiene ad una famiglia storica di panificatori. Le cose vanno subito bene ma cominciano con i soci delle incomprensioni. Nulla di grave ma, basta poco e, l’euforia si disperde dietro al sogno di raggiungere nuovi lidi per una vita migliore. Lasciano tutto e, con determinazione, partono per le Canarie.
Vorrebbero aprire lì una pizzeria ma i costi sono, purtroppo, insostenibili per i due giovani. Cominciano, comunque a lavorare e trovano una buona occasione nel gestire delle case vacanze.
«Il posto è bellissimo» – dice Mimmo ma – «la vita è costosissima. Un paradiso solo per i ricchi. Il fitto di un locale può arrivare anche a 8.000 euro al mese. I giovani in quei posti possono lavorare solo come dipendenti per vivere, o meglio, sopravvivere».
«Ma – continua Serena – la verità è che non eravamo più entusiasti né felici di vivere lontani dal Molise».
«Quindi non tanto per i soldi – le fa eco Mimmo – ma, dopo aver assaporato l’euforia della novità: belle spiagge, sole divertimento e locali ci rendiamo conto di un fatto veramente imprevedibile. Ci mancavano le nostre bellissime famiglie. I nostri genitori, che sono stupendi e i nostri fratelli e sorelle. Una nostalgia che rendeva triste ogni cosa. E poi – continua Mimmo – sentivamo la mancanza del calore umano di Campobasso, dei nostri luoghi, della cucina e degli odori della nostra terra. In pratica abbiamo scoperto che il vero paradiso è proprio qua, nel nostro bistrattato Molise. Ce ne siamo accorti in tempo ed eccoci qui nella nostra fredda ma insostituibile città con tutte le sue evidenti arretratezze».
Il racconto finisce qui. È stato piacevole ascoltarli ma, c’è ancora il meglio in questa favola del ritorno. Alle Canarie Mimmo e Serena hanno anche un bambino. È bellissimo e si chiama Samuele. Serena dice: «Deve crescere qui. Le nostre famiglie, finalmente, potranno godersi il primo nipotino».
Beh, ben tornati ragazzi, ma adesso? «Stiamo per aprire una pizzeria nel centro di Campobasso, per conto nostro, e resteremo per sempre qui».
Una storia che fa riflettere.
Quanto pesa sui nostri giovani la lontananza. I nostri politici ci pensano mai? Ci siamo anche chiesti del perché di queste numerosissime partenze. C’è sicuramente anche il plagio collettivo che il Molise non offra niente. E, così, ritorna lo stupido e disonesto ritornello “il Molise non esiste”.
«E invece esiste – dice ancora Mimmo – ed è bello. Il giardino d’Italia».
Si racconta che da queste parti non ci può essere futuro e allora pronti, si parte. Tanti come Mimmo e Serena ma, molti rimangono lontano e magari sognano di ritornare.
Un poeta diceva: beato chi ha una provincia da raccontare.
«Noi ce l’abbiamo – ancora Mimmo – peccato che la raccontiamo male».
Ha ragione. C’è un accanimento nel denigrare e quasi un compiacimento nel criticare. E poi i rivoluzionari della domenica. Sempre gli stessi. Cambiano solo i cancelli dinanzi ai quali si assembrano. Tutti, però, hanno ormai capito che molti di questi vorrebbero solo essere dall’altra parte. Magari tra quelli che contestano.
«Una bella regione la nostra – racconta Mimmo – bella e solitaria che avrebbe bisogno di maggiore coesione e meno rancore».
Ha ragione. Ormai è una moda: si alza il dito accusatorio e si ci sente eroi. Ma, il Molise non solo esiste ma, resiste anche contro queste tante arroganze e diffamazioni. Le sue maestose montagne sembrano assorbire con aristocratica tranquillità questi malinconici tormenti.
E la politica? Beh, deprimente. Sembra scontato dirlo ma in questa regione è veramente così: trovata la poltrona anche i troppi poveri cristi si sentono padreterni. È una vergogna e lo sanno. Non un progetto, non una idea. Solo l’affannosa ricerca di uno scranno e se ce ne fosse uno cardinalizio vorrebbero, forse, anche quello.
Ma il vero problema, il più serio riguarda quei pochi politici competenti e per bene. Si perdono, però, anche loro in giochi di potere che, a volte, forse neanche capiscono. Purtroppo la piovra degli egoismi con i velenosi tentacoli abbatte anche la buona parte dei pochi che, però, non si ribellano mai. E, comunque, le nostre speranze quelle dei tanti Mimmo e Serena, sono proprio loro.
A loro ci rivolgiamo: coraggio non fatevi abbattere e vincere. Siete voi “pochi” il futuro di questo magnifico Molise. Resistete, combattete e domani i giovani di “ritorno” vi daranno poltrone più pregiate, degli altri, sicuramente, i nostri non si ricorderanno.
Aldo Barletta

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