Anche la giunta comunale di Isernia – con una deliberazione di giovedì -ha manifestato la propria contrarietà alla paventata soppressione del Punto Nascita dell’ospedale “Veneziale”, facendo voti all’Asrem e alla Regione Molise affinché sia garantito il servizio.
«Il numero di nati nel Punto Nascita presso l’Ospedale di Isernia – si legge nella deliberazione – è da anni inferiore alle soglie stabilite dai cosiddetto “decreto Balduzzi” dell’anno 2012, per cui ne è stata programmata la disattivazione da parte dell’ASREM. La sua chiusura, però, comporterebbe per l’intera Provincia e per le zone ad essa limitrofe una gravissima limitazione dell’offerta sanitaria, con evidenti ripercussioni negative sulla qualità della vita. Sarebbe quindi opportuno ottenere la deroga prevista dal decreto ministeriale 11 novembre 2015, che ha approvato un protocollo metodologico per la valutazione delle richieste di mantenimento di Punti Nascita con volumi di attività inferiore ai 500 parti annui ed in condizioni orogeografiche difficili. Pertanto, la giunta d’Apollonio, con la menzionata deliberazione del 15 dicembre, ha manifestato la forte e convinta contrarietà ad ogni forma di soppressione o depotenziamento del Punto Nascita attualmente esistente presso l’ospedale “Veneziale” di Isernia. Ha inoltre fatto voti all’Asrem ed alla Regione Molise affinché sia garantita nello stesso ospedale la permanenza dei servizi offerti dal Punto Nascita, malgrado attualmente non sia ancora dimostrabile il superamento della soglia dei 500 parti annui, complice anche il basso tasso di natalità che si è registrato finora in tutta la Regione».
L’amministrazione comunale isernina ha, altresì, fatto voti affinché, ora più che mai, vi sia convergenza di tutte le risorse di competenza per il potenziamento di quei servizi di assistenza destinati alla cura della donna e del neonato e per la conferma dei parametri di sicurezza, attraverso non solo investimenti sulla dotazione tecnologica e strumentale dei reparti coinvolti, ma anche attraverso il reintegro del personale.
«Chiudere il reparto di maternità – si afferma in chiusura dell’atto deliberativo – comporterebbe per la nostra zona una grave limitazione dell’offerta sanitaria con evidenti ripercussioni sulla qualità della vita».

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