Il periodo estivo con il concomitante arrivo in alto Molise di migliaia di turisti ed emigranti, riporta al centro del dibattito la salvaguardia dell’ospedale ‘Caracciolo’ di Agnone, unico presidio in tutto il territorio della diocesi di Trivento. Tra mille peripezie di medici, infermieri e Oss, la struttura assicura servizi basilari, ma la carenza di personale e macchinari tecnologici si fa sentire e costringe l’utenza a recarsi altrove. Tra le maggiori criticità si annovera quella di un cardiologo h24, una Tac con mezzo di contrasto, un nefrologo nel reparto Dialisi e soprattutto un anestesista – rianimatore. Se poi si parla di chirurgia-ambulatoriale, la lista si allunga con le tre sale operatorie chiuse o funzionanti a corrente alternata. Ed ancora, se malauguratamente ci si frattura un osso, occorre recarsi a Castel di Sangro (Aquila) o Isernia complice l’assenza di un ortopedico e una sala gessa un tempo entrambi presenti. Per non parlare poi di una rete ambulatoriale quasi inesistente. Non da meno l’insufficiente presenza di infermieri e Oss. Problemi atavici che malgrado promesse e buoni propositi – rimasti sulla carta -, l’Asrem è riuscita a tamponare solo in alcuni periodi dell’anno. Resta la grande incognita di cosa si voglia fare dell’ospedale di frontiera che serve, o meglio serviva, anche il bacino dell’alto Vastese e del confinante Sangro. Considerata la scarsità dell’offerta molisana, infatti l’utenza di centri al di là del viadotto ‘Sente-Longo’ ha iniziato a preferire Vasto o Lanciano con tutte le conseguenze del caso in termini di ritorno socio-economico per la cittadina. Sempre per le carte, il ‘Caracciolo’ ha lo status di presidio di area particolarmente disagiata, ma nei fatti non lo è. L’ultima denuncia di come sia stato ridotto, è stata evidenziata da un servizio a cura della Tgr Molise che negli ultimi giorni ha ripreso la tematica portata più volte all’attenzione dell’opinione pubblica da Primo Piano Molise. Purtroppo a nulla il grido di dolore alzato da una popolazione in prevalenza formata da anziani che oggi, spesso e volentieri, rinuncia finanche a curarsi. A nulla gli appelli da parte della Chiesa locale e di qualche sindaco o amministratore che nelle stanze dei bottoni non sembra avere un peso specifico rilevante. Insomma, come scriveva il grande Ennio Flaiano la “situazione è grave ma non è seria” per inquadrare un contesto a dir poco assurdo che rischia di deflagrare con il pensionamento dell’unico pediatra di base che tra qualche giorno lascerà l’alto Molise dove, in vari centri, assicurava la presenza ambulatoriale. Il 22 agosto, infatti, Luigialberto Cutrone godrà della meritata quiescenza. A rischio l’assistenza a 500 bambini del territorio da 0 a 6 anni. Una notizia che preoccupa e ha messo in preallarme centinaia di genitori che chiedono di conoscere il nome del sostituto. A patto vi sia…Un copione che a distanza di anni si ripete in maniera inesorabile a danno dei residenti.

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