Consumo di cannabis e cocaina sotto la media nazionale, mentre a Campobasso cresce a livelli preoccupanti l’uso di eroina. È quanto emerso dallo studio nazionale condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’istituto ha passato ai raggi x le acque reflue nel biennio 2020-2022, rivelando i residui metabolici delle sostanze stupefacenti arrivate ai depuratori in 33 città di 20 regioni. I risultati sono stati pubblicati recentemente nella Relazione Annuale al Parlamento.
Oggetto di studio sono stati i trend di consumo delle sostanze psicoattive “maggiori” (cocaina, amfetamina, ecstasy, metamfetamina, eroina e cannabis) e l’identificazione sul territorio italiano dell’uso di nuove sostanze psicoattive (NPS).
Campobasso è al di sotto della media nazionale per uso di cocaina con 4,9 dosi giornaliere ogni 100mila abitanti ( la media nazionale è di 11 dosi), e per l’uso di cannabis con 29 dosi al giorno contro le 50 della media nazionale. Di gran lunga superiore, invece, il consumo di eroina: 8,6 dosi al giorno, mentre in Italia la media è di 3,2 dosi.
Le sostanze maggiormente consumate in Italia si confermano la cannabis e i suoi derivati, con un consumo medio nazionale di 51 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti, seguite da cocaina (circa 11 dosi) ed eroina (circa 3 dosi). Consumi inferiori sono stati rilevati invece per metamfetamina, ecstasy e amfetamina che sono risultati pari o inferiori alle 0,1 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti. In generale, è stata osservata una notevole variabilità nei consumi tra le città, ad esempio per la cannabis si sono rilevati consumi maggiori di 100 dosi al giorno per 1.000 abitanti a Nuoro, Bologna, Fidenza, Cagliari, Trento e Trieste e consumi pari a 12 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti a Belluno. Per il consumo di cocaina, si osservano i valori più elevati, maggiori di 20 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti, a Pescara, Montichiari, Venezia, Fidenza, Roma, Bologna, Merano, mentre i consumi più bassi, compresi tra 1 e 4 dosi al giorno per 1.000 abitanti, si rilevano a Belluno e Palermo.
Sono state inoltre rilevate variazioni di consumo nel tempo, in particolare i consumi di cannabis e cocaina sono cresciuti nel 2021 rispetto all’anno precedente, e il consumo di ecstasy è cresciuto nella seconda parte dell’anno 2021 rispetto alla primavera 2021 e al 2020. Queste variazioni sono avvenute probabilmente a causa della ripresa di numerose attività ricreative rispetto al periodo di restrizioni per Covid-19 che ha caratterizzato l’autunno 2020.
«Il progetto “Acque reflue” ha sviluppato una rete di rilevamento nazionale che ha incluso complessivamente 33 centri urbani equamente distribuiti in 20 regioni italiane” – spiega Sara Castiglioni, responsabile del Laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. La misura dei consumi di sostanze stupefacenti nella popolazione italiana è stata effettuata attraverso l’“epidemiologia delle acque reflue”, una metodica che analizza i residui metabolici (i prodotti di scarto umani) delle sostanze stupefacenti nelle acque reflue urbane arrivate ai depuratori, per stimare quali e quante sostanze vengono complessivamente consumate da tutta la popolazione.
La metodologia delle acque reflue – continua Sara Castiglioni – è stata sviluppata dal nostro Istituto nel 2005 e ha riscosso un grande interesse internazionale sia a livello scientifico sia da parte degli addetti ai lavori; oggi è applicata a cadenza annuale in Europa per valutare i trend di consumo delle sostanze stupefacenti principali. Grazie al Dipartimento Politiche Antidroga siamo stati in grado di applicare questa metodologia, per la prima volta, anche in Italia a livello nazionale».
L’analisi delle acque reflue ha permesso di rilevare anche il consumo di nuove sostanze psicoattive, seppur a livelli molto più contenuti rispetto alle droghe “classiche”. Lo studio ha evidenziato la presenza di catinoni sintetici, stimolanti del sistema nervoso centrale in grado di imitare gli effetti della cocaina, amfetamina o Mdma.
Particolare attenzione è stata data ai derivati sintetici del fentanile, farmaco oppiaceo derivato dalla morfina, che per la loro potenza farmacologica risultano particolarmente pericolosi. Nessun fentanile sintetico è stato rilevato nelle acque reflue, dove sono stati misurati solo il fentanil (che ha un utilizzo anche farmacologico) e il suo metabolita norfentanil. Questi dati sembrano indicare che i fentanili sintetici siano utilizzati in Italia in misura probabilmente molto ridotta e in maniera occasionale, diversamente da quanto si è osservato negli Stati Uniti negli ultimi anni.
L’uso della ketamina si riscontra in quasi tutte le città analizzate con carichi medi nazionali attorno a 5 mg al giorno per 1.000 abitanti. Si sono rilevati consumi medi di ketamina al di sopra della media nazionale in alcuni capoluoghi di regione quali Bologna, Cagliari, Firenze, Milano, Torino e Venezia. Nel periodo di studio è emerso inoltre un aumento del consumo di ketamina in alcune città quali Milano (da 6 a 14 mg al giorno ogni 1.000 abitanti), Bologna (da 12 a 22) e Firenze (da 8 a 18).
Nella narrazione comune i consumi di sostanze psicotrope, siano esse legali o illegali, così come i danni sociali e sanitari correlati vengono attribuiti prevalentemente al genere maschile, negli ultimi anni alcuni indicatori descrivono un’inversione di tendenza: la condizione femminile all’interno del panorama delle dipendenze, già di per sé meritevole di un’attenzione particolare, è protagonista specialmente nelle popolazioni giovanili di importanti cambiamenti.
Se tradizionalmente sono per lo più i ragazzi a utilizzare sostanze psicoattive, negli ultimi anni si sta assistendo a un importante cambiamento dei modelli di consumo fra gli studenti, supportato da una sempre più evidente riduzione delle differenze di genere. Il dato più rilevante è quello osservato fra le studentesse di 15 e 16 anni che presentano prevalenze di consumo uguali o superiori ai coetanei per quanto riguarda l’uso di cannabinoidi, Nuove Sostanze Psicoattive (NPS), cocaina e oppiacei. Il 2022 ha fatto inoltre registrare il sorpasso dei consumi femminili su quelli maschili per quanto riguarda l’utilizzo di tabacco e gli eccessi alcolici, dato che si va a sommare al consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica da sempre appannaggio tipicamente femminile.
Anche nella popolazione adulta si osservano prevalenze in crescita nel genere femminile. Il divario di genere è minimo nelle fasce di età giovanili per quanto riguarda gli eccessi alcolici, e fra i 35 e i 55 anni si osservano prevalenze sovrapponibili anche per quel che riguarda i consumi di stimolanti e NPS. Il dato relativo ai consumi di eroina e oppiacei descrive un quadro completamente nuovo dove è la popolazione adulta femminile a riferire un utilizzo maggiore, dato che potrebbe essere da imputare al consumo di farmaci a base oppiacea.

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