Una maggiore tutela del personale sui luoghi di lavoro, una rivalutazione della figura del medico e un netto taglio all’eccessiva burocratizzazione che, come spesso accade, rischia di porre il paziente in secondo piano: sono solo alcuni degli obiettivi che intende perseguire il dottore Antimo Aiello, in corsa alle prossime votazioni per la presidenza dell’Ordine dei Medici della provincia di Campobasso. La lista guidata dall’illustre medico campobassano, per anni alla guida del Reparto di Endocrinologia e Diabetologia dell’ospedale Cardarelli, prende il nome dal ‘padre’ della Medicina, “Ippocrate”, da cui trae ispirazione puntando su valori fondamentali della professione medica quali etica, trasparenza e competenza.
Ecco nel dettaglio il programma in 10 punti della lista “Ippocrate 2020”:
Rivalutazione figura del medico e del riconoscimento della sua professionalità in qualunque contesto venga svolta, con piena riappropriazione del ruolo di protagonista preparato ed esperto del sistema Sanità, libero dalle interferenze demagogiche della politica, dei campanili, dei falsi esperti e delle strumentali contrapposizioni tra professionisti, ma aperto alla collaborazione con le altre professioni sanitarie;
Alleanza per la salute con i cittadini utenti per un accesso alle cure uniforme in ambito regionale, che sia in grado di dare risposte efficaci alla diffusa domanda di benessere pscicofisico, con un occhio di riguardo alle categorie più deboli (bambini, anziani, malati cronici, situazioni di post-acuzie);
Sicurezza globale per tutti su tutti i luoghi di lavoro, in modo particolare per le donne medico. L’Ordine deve essere il primo garante della sicurezza dei medici sui luoghi di lavoro, proponendo norme che contrastino gli episodi di violenza fisica, a cui sempre più spesso il personale medico è esposto (problematica ormai trasversale al genere e all’età, anche se, in alcuni contesti, quali i turni di continuità assistenziale in luoghi isolati e non adeguatamente protetti, le donne medico sono maggiormente esposte), ma anche forme di violenza psicologica che portano alla Medicina Difensiva. Massima attenzione alla sicurezza biologica;
Razionalizzazione dell’eccessiva burocratizzazione del lavoro (Medicina Amministrata) che va a scapito del tempo dedicato al paziente, aumentando il rischio di trascurare i due capisaldi della professione medica, indicati da Ippocrate: la centralità del rapporto medico-paziente e medico-medico e il processo di diagnosi, cura e riabilitazione;
Difesa dell’ambiente onde evitare e limitare i rischi alla salute umana dovuti al degrado ambientale ed agli stili di vita errati. Il rapporto salute-ambiente ormai ampiamente conosciuto, sottolineato dall’articolo 5 del Codice Deontologico, deve vedere l’intera categoria medica tesa nell’attuazione della vera prevenzione, la Prevenzione Primaria, sia mediante l’azione di advocacy dei medici nei confronti delle Istituzioni locali, regionali, nazionali, sia attraverso la Rete dei Medici Sentinella costituita da MMG e PLS.
Riconoscimento ai medici di una maggiore “dignità digitale”. Valutare sempre se le “innovazioni tecnologiche” determinino reali benefici ai pazienti e alla professione;
Contrasto all’abusivismo sanitario.
Appoggiare il necessario potenziamento della Medicina del territorio, che la pandemia Covid ha reso ancora più urgente, a partire dall’assistenza Primaria e dalla Pediatria di Libera Scelta fino alla Continuità Assistenziale, al 118 e alla Specialistica Ambulatoriale, perché solo con una capillare presenza di presidi medici sul territorio potremo a ragione parlare di “vera assistenza territoriale”.
Rendere finalmente reale l’integrazione ospedale-territorio, valorizzando il confronto continuo tra professionisti e rinunciando ad atteggiamenti assurdamente “punitivi”, richiedendo sempre il rispetto effettivo di tutte le normative europee, in particolare per quanto attiene gli orari e i turni del personale ospedaliero, auspicando il reintegro delle carenze di personale e la razionalizzazione dei posti letto e delle varie specialità;
Creazione ed implementazione dei registri epidemiologici regionali, strumenti fondamentali di programmazione sanitaria.
Ai dieci punti si aggiunge inoltre un importante obiettivo, ossia “prendere posizione chiara e battersi per: una programmazione rigorosa degli ingressi a Medicina in base al reale fabbisogno di specialisti; il finanziamento obbligatorio dei contratti di formazione medica specialistica e di Medicina Generale; una vera riforma della formazione medica post-laurea già a partire dal primo anno, e l’istituzione di un Osservatorio Nazionale per gli Accreditamenti delle strutture anche non universitarie alla formazione; l’eliminazione dell’attuale imbuto formativo (oltre 9.000 medici più i neolaureati) attraverso un finanziamento straordinario; equiparazione della specializzazione in Medicina generale alle altre specializzazioni (l’attuale pandemia ha reso evidente il ruolo insostituibile della Medicina del Territorio).

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