Come prima, meglio di prima. Grazie Campobasso, di essere tornata ad essere ciò che amiamo. Con tutti i tuoi luoghi comuni, delle convenzioni facili. Ti abbiamo lodato per come sei, bella e possibile. Comprese le sbucciature di sempre. La tua festa di Corpus Domini, le cui luci si sono appena spente, rimarrà tra le tue più belle.
Se la partita perfetta, secondo quanto diceva Gianni Brera, dovrebbe finire zero a zero, rimarrà in memoria quella virtuale a cui abbiamo assistito in questa edizione. Conclusa con un roboante dieci a zero. A favore degli organizzatori e dei cittadini che hanno seguito il solco del Palazzo, adatto alla gens molisana.
Le idee controcorrente della vigilia sono state tramutate in larghi consensi. È filato tutto liscio, a cominciare dal tempo che s’è rivelato un importante alleato. Fatta eccezione per la serata frescolana che ha “gelato” i muscoli degli astanti a Selva Piana, mentre Mario Biondi e la sua straordinaria orchestra ci deliziavano con il loro jazz caldo e passionale.
I birbaccioni neo-opinionisti, neo-commentatori del giorno prima si sono dovuti ricredere e si sono uniti al pronto plauso dei più, che a voce e sui social hanno cosparso di miele la “Fiesta”.
Campobasso ha confermato di godere della fama non usurpata di Città dei Misteri che menano buono. A chi mena buono, tutto si perdona. Anche qualche piccolo sbaffo.
EMOZIONI. Senza Mogol e Battisti le emozioni ci sono state lo stesso. È bastato sentire le prime note che conosciamo a memoria che hanno preceduto l’uscita dal museo di via Trento del mistero di Sant’Isidoro per provare un tuffo al cuore. Un cuore che è diventato matto quando tra la folla, mai così imponente, sono apparsi i diavoli. Uno per tutti, dico il nostro Maradona, al secolo Italo Stivaletti che per quattro ore, inutilmente, s’è messo a corteggiare con insistenza e moine la bellissima Martina Timperio, la Dunzella, o se volete “Tunzella”, nell’intento di farla sorridere. Ribaltando in questo modo il copione che la obbliga a un comportamento algido. VOTO: 10
ABRAMO. Ottant’anni vissuti senza veli. Prima a consegnare medicine, poi a tenere in ordine gli spogliatoi del pallone e quindi icona dei Misteri. Antonio Santella è stato tra i più fotografati. La sua barba biblica ha fatto scattare il clic senza accorgersene. Corre voce che quella del 19 giugno possa essere stata la sua ultima uscita pubblica. Dico dei Misteri, naturalmente. Ma non ne sono sicuro, il suo palmares si potrebbe allungare. Sarebbe bello ritrovarselo anche l’anno prossimo con la barba candida, la faccia stanca, la schiena un po’ curva, ma amabilmente uno di noi. Quello della porta accanto. Ora, chi non è mai salito sul tavolato del suo “carro”, scagli la prima pietra se non l’avrà mai invidiato. VOTO: 8
IL PALAZZO. Il Palazzo, dico gli amministratori, sempre fatti segno di critiche, a volte anche gratuite, se la sono cavata con dignità. In fase di allestimento non hanno mai risposto alle critiche, trovando il modo di far parlare i fatti. La coraggiosa scelta di delocalizzare gli eventi (bancarelle, concerti e luna park) alla fine è stata premiata. VOTO: 8
Complimenti anche per l’ordine di sistemare le bancarelle a posto fisso e quelle che, numerose e ingombranti, sono state allineate nel perimetro del vecchio Romagnoli e in viale Elena. Una citazione va fatta per il servizio di rinettare le strade con celerità e attenzione da parte del personale della Sea. Che, magicamente, ci ha restituito la città immonda, poche ore dopo gli eventi. VOTO: 8
STANDS. Collocati con cura per il Corso, sotto le graziose capannelle di legno hanno fatto bella figura. Alcuni sono stati utilizzate dai Comuni che hanno così pubblicizzato il bello dei loro paesi. Voto: 8
Una folla indescrivibile ha letteralmente assediato il punto vendita dei gadget dei Misteri. Magliette e cuffie coi i cornetti rossi del diavolo i pezzi più richiesti. VOTO: 8
AFFARI D’ORO. Finalmente il commercio ha potuto riprendere un po’ di fiato. Ristoranti, bar e punti vendita all’aperto hanno contato bei soldi. Si sono rivisti antichi venditori di “pier e musso” e di “scapece” che hanno riportato la memoria ai tempi andati. VOTO: 8
CONCERTI. Mario Biondi ha confermato la sua immensa bravura. La sua musica colta ha avuto solo l’incolpevole torto di essere stata prodotta in una nottata un po’ fredda. Avvertita dallo stesso artista che, nella conversazione col pubblico ha ricordato gli anni giovanili in cui faceva da spalla a Fred Bongusto. VOTO: 9
Piero Pelù e i Litfiba hanno trasmesso argento vivo agli ottomila convenuti (perlopiù giovani) a Selva Piana, che si sono letteralmente scatenati. In un’orgiastica serata che verrà ricordata e raccontata ai bambini. VOTO: 9
Hanno avuto il loro appeal le tre serate sotto il Monumento, con appropriate scelte musicali che hanno visto salire sul palco “L’Orchestraccia”, specialista in brani romaneschi, Christian Di Fiore, Salvatore Romano già allievo di chitarra del nostro concittadino e maestro Giacomo Raimondo e Joe Barbieri ex allievo di Pino Daniele. VOTO: 8
SINDACO. Prima di chiudere con i Misteri, è il caso di ricordare un piccolo aneddoto dei diavoli di San Michele che, in extremis, sono riusciti a imbrattare il volto del sindaco che abilmente aveva rintuzzato ogni attacco, sfuggendo qua e là. VOTO: 9
FUOCHI D’ARTIFICIO. La festa si è chiusa con fantastici “spari”, proprio come si chiamavano una volta. Tra le foto più belle scattate a riguardo nel cuore della notte ce n’è una che si è particolarmente distinta. Porta la firma di Rossella De Rosa che ha saputo fissare una imbattibile scena nel cielo di San Bartolomeo, San Giorgio e il Castello. Tra gli scatti in bianco e nero merita un encomio il maestro Stefano Leone di Termoli che con la sua reflex ha saputo cogliere alcuni attimi memorabili.
Sulla rete c’è una foto appetitosa, fatta dal drone, dell’area del vecchio Romagnoli, col perimetro guarnito di bancarelle. Una vera sciccheria. VOTO: 9
MISTERI. In alto le bandiere e i canti, per il ritorno della sfilata più amata dai molisani. Dopo due anni di forzato stop è ricomparsa con tutto il suo vigore. Per la gioia di grandi e bambini. I Misteri, assieme alla Processione del Venerdi Santo rappresentano i connotati della nostra città.
L’emozione ha travolto anche gli spettatori più paciosi. Onore e merito all’Associazione che dopo aver sofferto per la lunga “vacatio” ha dato il meglio di sé, scegliendo appropriati nuovi figuranti e riconfermando alcune figure care, con numerosi “bollini” sul libretto delle presenze.
Tutto è andato a meraviglia, con qualche piccolo (prevedibile) intoppo dovuto a leggeri malori di alcuni angioletti appesi sui rami di metallo realizzati da Di Zinno.
La colonna sonora della marcetta ci ha accompagnato per l’intero percorso. Invogliando gran parte del pubblico a fischiettare e a fare la ritmica con mani e bocca. VOTO: 10

GENNARO VENTRESCA

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