È racchiuso tutto in un esposto di un paio di pagine. “Lo abbiamo appena depositato– dicono i Cinque Stelle – alla Corte dei Conti che farà chiarezza sulla stranissima vicenda”. La vicenda cui fanno riferimento i consiglieri del MoVimento riguarda le anomalie legate alle spese telefoniche sostenute dagli amministratori municipali nel biennio 2011-2012 e finite nel bilancio 2012-2013. Spese esagerate, per non dire da capogiro, e ‘ingiustificate’ visto che i contratti telefonici non permettevano di utilizzare il cellulare se non per chiamate di servizio, addebitate alle casse pubbliche, e personali (sostenute invece dall’amministratore di riferimento). Ed ecco l’inghippo: come si possono spendere – si chiedono ancora i grillini – 40mila euro per le telefonate? Ma soprattutto come è possibile che due consiglieri in un anno abbiano speso 24mila euro? Cifre esorbitanti se si pensa che oggi, con i contratti delle varie aziende, si spendono davvero pochi spiccioli per parlare e navigare nella rete. A questo punto ci chiediamo che cosa è successo. Vorremmo sapere perché quelle cifre sono state pagate, perché nessuno si è opposto al pagamento e ancora perché chi avrebbe dovuto far luce sulla strana vicenda non lo ha fatto?”. Una serie di punti interrogativi che per il momento non hanno ancora risposte: “Ce le daranno la Corte dei conti”. Una vicenda rispolverata quasi per caso. “Nei giorni che hanno preceduto l’approvazione del bilancio – raccontano i Cinque Stelle – abbiamo spulciato un po’ di carte e analizzato i bilanci degli ultimi anni per individuare risorse da spostare da un capitolo all’altro. Proprio nella fase di studio abbiamo notato che sul capitolo di spesa 113/00 (rubricato ‘spese telefoniche degli amministratori comunali’) si è registrata, per due annualità, una consistente e anomala differenza rispetto alle spese sostenute negli altri anni”. “Si precisano – i grillini lo scrivono anche nell’esposto – che fino al 4° bimestre dell’anno 2012, le spese per la telefonia mobile dei dipendenti comunali e degli amministratori comunali – ad esclusione dei vigili urbani e del personale adibito alla protezione civile – venivano pagate sul capitolo 700 e soltanto dal 5° bimestre 2012 venivano appostate sul succitato capitolo 113/00”. Non avendo ben chiaro il quadro della situazione i Cinque stelle non hanno potuto far altro che chiedere l’accesso agli atti, ossia il contratto tra la Tim e il Comune, le fatture emesse dall’Azienda di telefonia nel 2012 e nel 2013 e l’elenco dei soggetti che nel corso del biennio 2012-2013 hanno utilizzato l’utenza che finiva a carico di Palazzo San Giorgio. Alla fine di novembre arriva la documentazione e con essa la notizia “che sono in corso approfondimenti e verifiche sulle utenze e sulle spese connesse” . Dalla documentazione è emerso che le schede erano abilitate per sms, mms e al traffico verso le utenze dell’amministrazione o ad altri gruppi definiti dalla stessa e verso la lista dei corrispondenti indicati. Disabilitata invece la trasmissione dati, come il roaming internazionale e la videochiamata. Confrontando i dati sono balzate agli occhi due utenze le cui spese erano particolarmente esose: 15mila euro una e 9mila l’altra. “A questo punto ci chiediamo se fosse legittimo che l’amministrazione comunale, e per essa l’allora dirigente responsabile dell’area 1, autorizzasse il pagamento invece di contestarle, e poi per quale motivo il Comune si debba far carico di spese che con ogni probabilità non hanno nessuna finalità pubblica. “Spese gonfiate, impazzite, per le quali – dice Simone Cretella – noi rinveniamo il danno erariale”. “Si tratta di cifre ingiustificabili – aggiunge Praitano visto che le schede erano abilitate solo al traffico di telefonate di servizio e a quelle private, quest’ultime a carico dell’utente. Non sappiamo se si tratta di dolo o di colpa e non vogliamo nemmeno puntare il dito contro i consiglieri poco attenti.” “Non è possibile tollerare però che si buttino all’aria i soldi pubblici in questo modo- conclude Gravina – il nostro esposto mira anche a recuperare quelle somme che il dirigente, prima di pagare, avrebbe dovuto quantomeno controllare per fare poi opposizione. Vogliamo capire il modo con il quale è stato autorizzato il pagamento. Chi fa un certo tipo di lavoro, come i dirigenti deve portare a termine gli obiettivi. E visto che non sempre i dirigenti sono così attenti spero che la figura del coordinatore, di cui si parla da settimane e che a giorni dovrebbe arrivare in Comune, vigili sull’attività dei dirigenti. Speranza che, mi auguro, non si affievolisca se, come si dice, in Municipio arriverà Antonio Iacobucci figura già nota a Palazzo. Toccherà a lui controllare che cosa è stato fatto e che cosa invece i dirigenti non hanno fatto”. Intanto si valuta anche l’ipotesi di presentare l’esposto anche alla Procura della Repubblica.

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