Era il 14 novembre del 2012 quando venne condannato a un anno di reclusione e ad una multa di 3mila euro. Lui, un padre, era stato accusato “di aver procacciato e detenuto hascisc e marijuana in più epoche e in più circostanze” e quindi di aver sollecitato la vendita al figlio di sostanze stupefacenti.

Per il giudice dell’udienza preliminare, la dottoressa Elena Quaranta, l’attività “ha indotto il figlio a commettere il reato”. Il che era ancora più grave perché, all’epoca dei fatti (tra febbraio e marzo del 2010), il ragazzo (G.R. le sue iniziali) era minorenne. Ma venne arrestato il giorno dopo il compimento dei 18 anni. Per tre anni il 50enne ha portato sulle spalle la ‘croce’ di una condanna infamante, di essere giudicato agli occhi degli altri come una sorta di ‘mostro’ che spingeva il figlio a spacciare droga. Un inferno per lui.

Il 50enne, però, è riuscito ad ottenere giustizia. Lo scorso 5 novembre la Corte d’Appello lo ha assolto ribaltando la sentenza di primo grado e accogliendo l’appello presentato dal suo avvocato difensore, Giuseppe Fazio.

L’articolo completo domani su Primo Piano Molise. 

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