“Io non alzo le mani”. Un messaggio stampato su una t shirt, impresso nelle menti, fotogragrafato nelle slide proiettate questa mattina, discusso nel dibattito organizzato dall’Adoc in collaborazione con la Consigliera di parità della Regione Molise e gli studenti dell’istituto Pilla di Campobasso alla Camera di Commercio.

“Io non alzo le mani”, per dire ‘no’ alla violenza sulle donne. Ancora di più: no alla violenza di genere.

Dunque: rispetto, considerazione dell’altro, stima, attenzione; come ha sottolineato nel suo intervento la consigliera Giuditta Lembo.

La violenza sulle donne si consuma ogni giorno: sono quasi 7 milioni – secondo i dati dell’ultimo rapporto Istat – le vittime che hanno subìto qualche forma di abuso nel corso della propria vita.

Sono state ben 152 le donne che nel 2014 sono state uccise in Italia; un numero importante, drammatico, visto che rappresenta il 32% delle vittime totali.

Di queste morti, 117 sono state causate in ambito familiare, numero molto simile ai 122 casi del 2013, e 35 per mano criminale. Evidente la responsabilità dell’uomo, ‘protagonista’ nel 94% dei casi, quasi allo stesso modo dei familiari (77%).

Insomma, un quadro ancora allarmante chie richiede interventi urgenti. A partire dalla famiglia, passando per la scuola e il lavoro ambito nel quale a breve anche in Molise Cgil Cisl e Uil firmeranno un protocollo per una maggiore tutela delle donne sui posti di lavoro. Lo ha annunciato Tecla Boccardo (segretario regionale Uil).

In risposta ai numeri che continuanoCZUmfygWIAEGM7p ad arricchire il drammatico elenco delle violenze commesse sulle donne l’Adoc ha deciso di lanciare l’iniziativa “Io non alzo le mani” che questa mattina si è svolto a Campobasso. Un progetto, finanziato dal Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali, che punta sulla prevenzione, sensibilizzazione e attuazione di un servizio di assistenza a livello nazionale. Il titolo del progetto ha una duplice valenza: da un lato si vuole evidenziare la volontà delle vittime di non arrendersi alla violenze subite, di non alzare le mani in segno di resa; dall’altro intende mettere in risalto che non può e non deve esistere alcuna forma di violenza, che nessuno può e deve “alzare le mani”.

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