Aveva fatto perdere le sue tracce dallo scorso 15 giugno, dopo che il gup della venticinquesima sezione del Tribunale di Napoli aveva accertato che non era rientrato presso il carcere di Vasto nella quale era rinchiuso.

Ieri mattina, all’alba, il blitz dell’Arma: alla porta dell’abitazione si sono presentati per una perquisizione i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Campobasso e i militari del nucleo investigativo di Torre Annunziata. Nello scantinato del casolare, ben camuffato, c’era proprio il 45enne campano, soprannominato ‘a’ scigna’ negli ambienti della malavita. Con sé aveva una scacciacani senza tappo rosso. Non ha opposto resistenza alla vista dei militari, a cui ha raccontato di trovarsi solo temporaneamente in quella casa. Per lui sono scattate le manette.

L’uomo, considerato dall’Antimafia il capo della famiglia ‘Fransuà’ di Torre Annunzia alleata al clan Gionta, è in attesa di giudizio: è accusato di essere il mandante dell’omicidio di Aurelio Venditto, avvenuto il 28 febbraio 1999 a Torre Annunziata, in una faida per la spartizione del mercato della droga.

Da ieri è rinchiuso nel carcere di Campobasso.

I Carabinieri indagano sullo zio che lo ha nascosto a Campodipietra e che potrebbe essere accusato di favoreggiamento. L’uomo, originario di Napoli, vive nel paese molisano da quando ha intrecciato una relazione sentimentale con una donna di San Giovanni in Galdo.

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