L’incontro con l’assessore comunale alla mobilità Francesco De Bernardo non ha placato gli animi. Gli autisti della Seac sono furiosi e si preparano alle barricate.«Saremo ad oltranza davanti al Municipio di Campobasso», tuona Nicolino Libertone della Ugl. «Se non sono in grado di darci risposte o di reperire le risorse ad altri settori (ad esempio la raccolta differenziata) per evitare i licenziamenti alla Seac, devono dimettersi e deve farlo per primo il sindaco di Campobasso», sbotta.

Il destino dei lavoratori dell’azienda a cui Palazzo San Giorgio affida il servizio di trasporto pubblico locale ha surriscaldato in pochi giorni il clima. La comunicazione ufficiale dell’azienda è arrivata ieri pomeriggio ai lavoratori: il taglio chilometrico (da un milione e 88mila chilometri a poco più di 700mila) disposto dall’amministrazione comunale lo scorso dicembre comporterà l’esubero dei primi dieci dipendenti che si aggiungono ai tre lavoratori già licenziati la scorsa estate.

Il giudizio dell’esponente della Ugl è impietoso: «E’ vero che siamo vicini al Carnevale, ma di chiacchiere ne abbiamo sentite abbastanza. Il Consiglio comunale – spiega – ha approvato una mozione per tutelare i lavoratori del trasporto pubblico locale e il servizio per i cittadini. Pochi giorni dopo la Seac ha avviato il licenziamento collettivo». A pagare dazio dunque non saranno solo gli autisti ma anche gli utenti a cui non saranno più garantiti i servizi minimi.

Per Liberatore ci sono precise responsabilità: «Il comportamento del Comune è stato scorretto, avrebbe potuto discutere del taglio al trasporto pubblico locale prima in un’apposita conferenza dei servizi alla presenza delle parti sociali, come abbiamo già fatto in passato quando ci siamo riuniti per evitare i tagli più dannosi e salvaguardare i posti di lavori. Inoltre, c’è una delibera comunale del 1981 ancora valida ma che viene ignorata. Il sindaco deve andare dal presidente della Regione Frattura – insiste – e visto che sono dello stesso partito deve affrontare questa problematica: chieda alla Regione più risorse per il trasporto pubblico (la città avrà 900mila euro in meno dal governo regionale, ndr) oppure minacci le dimissioni». C’è poi un altro dettaglio fondamentale in questa partita: «Il Comune non scopre oggi del taglio chilometrico del 30%. Con la legge regionale del 18 aprile 2014, numero 11, la Regione stabiliva che i Comuni avrebbero dovuto contribuire per il 30% al finanziamento del trasporto pubblico locale. I Comuni chiesero una proroga che venne concessa. Il taglio sarebbe dovuto entrare già in vigore nel 2016, ma non è stato messo in atto. Entra in vigore ora, nel 2017. Il Comune di Campobasso dunque non deve far altro che mettere in bilancio le risorse per garantire i servizi minimi».

Al tempo stesso gli autisti sono disperati: si tratta soprattutto di lavoratori di mezza età, difficili da ricollocare sul mercato del lavoro. E poi, osserva ancora Libertone, «dopo la riforma Fornero difficilmente potranno accedere alla Naspi e non ci sono nemmeno risorse nel Fondo integrativo salariale. Li buttano in mezzo ad una strada».

Se la Cgil ha già chiesto la convocazione di un tavolo di confronto, la Ugl è pronto a dare vita ad una forma di protesta più dura nel caso in cui dovesse andar male (come prevedibile) la trattativa con l’azienda. «Dieci dipendenti licenziati sono troppi – sottolinea ancora Libertone – noi già facciamo i doppi turni e ci stanno chiedendo di fare gli straordinari. Io mi sono rifiutato e mi sono beccato un provvedimento disciplinare».

Alla Seac, insomma, la situazione è incandescente. Dal Municipio l’assessore alla Mobilità Francesco De Bernardo sta cercando di lavorare su più fronti: provare a riaprire la mediazione con la Regione per ‘racimolare’ qualche risorsa in più, tentare la carta degli ammortizzatori sociali per gli autisti che saranno licenziati e, infine, ottimizzare il servizio. «Ci sarà una riduzione delle corse – spiega e il 90% riguarderà i collegamenti di respiro regionale, ossia quelli da e verso il Terminal degli autobus di via Vico. Vedremo quali altre corse razionalizzare tenendo al tempo stesso in considerazione che siamo nel pieno dell’anno scolastico e che certe linee non potranno essere soppresse».

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