L’assise si è riunita giovedì ed ha approvato i due punti all’ordine del giorno, ma al Comune di Campobasso il clima è tutt’altro che disteso. L’assenza del numero legale nella prima convocazione di martedì continua a ad essere al centro delle polemiche da parte dell’opposizione, soprattutto alla luce delle ultime dichiarazioni rilasciate dal sindaco Battista, secondo cui «la seduta del Consiglio Comunale dello scorso martedì andata deserta per mancanza del numero legale, in realtà – scrive Cretella – sarebbe stata così preventivamente pianificata dalla maggioranza con il “nobile” intento di far risparmiare alla collettività il costo dei gettoni di presenza. Si può sopportare che un Sindaco dichiari tali falsità alla cittadinanza?
Da oltre tre anni, cioè da quando è in carica questa amministrazione, il Consiglio comunale non ha mai, salvo rarissimi casi, terminato i lavori nella seduta di prima convocazione, ovvero in un solo giorno, ma c’è sempre stato bisogno della seconda seduta, a volte anche di una terza se non più, grazie a cavilli e sotterfugi derivanti dall’articolatissimo regolamento consiliare.
Tutto ciò ovviamente perché non tutti i 32 consiglieri, ma soprattutto i 21 della maggioranza, garantiscono l’assidua presenza in aula e quindi la tenuta del numero legale (16 per la prima convocazione, 11 per la seconda) per l’intera durata dei lavori, in alcuni casi per motivi di carattere personale, molto spesso invece per strategie politiche (i cosiddetti “mal di pancia”), ovvero per dimostrare la propria “indispensabilità” all’interno della maggioranza ed aumentare il proprio peso specifico al tavolo del do ut des , quasi sempre, soprattutto in periodo di elezioni, per questioni legate a dinamiche che riguardano gli accordi e le tattiche dei partiti e dei consiglieri regionali, di cui molti Consiglieri Comunali sono diretta propaggine o, per meglio dire, “figliocci”.
Tutto ciò determina la moltiplicazione sistematica delle sedute dei consigli comunali, chiaramente con moltiplicazione dei costi per l’erogazione dei gettoni di presenza e tutte le altre spese annesse e connesse.
Ma non si può non considerare anche l’elevato numero delle Commissioni Consiliari che si tengono con cadenza quasi quotidiana, anche tre, quattro, cinque o sei in un solo giorno, spesso più affollate dei Consigli Comunali e che determinano la voce principale della spesa pubblica relativa ai costi di funzionamento del Consiglio Comunale.
Sia chiaro: le Commissioni hanno un ruolo importantissimo e sono il principale strumento di confronto politico grazie alle quali le varie componenti del Consiglio possono essere informate dei vari processi amministrativi che riguardano la città, spesso apportandone correttivi ed importanti contributi. Ma non si può negare che in alcuni casi la gestione delle commissioni è tutt’altro che parsimoniosa e non sono rari i casi paradossali in cui più commissioni sono state convocate per discutere questioni dai riflessi economici notevolmente inferiori a quelli dei costi della stessa commissione, considerando che il gettone di presenza è lo stesso di quello del Consiglio Comunale, anche se la seduta dura soltanto mezz’ora o poco più.
Fortunatamente l’iniziativa del M5S di vincolare l’attribuzione del gettone di presenza alla permanenza in aula per almeno il 60% della durata delle Commissioni ha stroncato il fenomeno del “gettoni lampo”, ovvero di quei consiglieri “furbacchioni”, e non pochi, capaci di apparire in aula per il solo tempo necessario per apporre la firma sul registro delle presenze e percepire l’intero gettone: 52 euro (lordi) per 10 secondi!
Probabilmente il sindaco Battista è ancora convinto che i cittadini siano del tutto ignari di quanto accade all’interno del palazzo e per questo capaci di “bersi” ogni frottola che gli viene propinata in politichese attraverso stampa e televisione; le bugie hanno le gambe corte ed in questo caso serve a ben poco raccontarle perché oramai non ci crede più nessuno. Che la maggioranza, nonostante il “rinforzo” arrivato da una parte dell’opposizione, si regga sul filo del rasoio è un fatto acclarato e non più occultabile di volta in volta con una scusa diversa. Diciamo la verità: il Consiglio comunale di Campobasso ha la capacità di lavorare e deliberare esclusivamente con i numeri ridotti della seconda convocazione, un fatto che rientra perfettamente nei limiti delle leggi e dei regolamenti, ma che denota una forte debolezza politica; ma non si parli di “riduzione dei costi” perché di quelli, di sicuro, non frega niente a nessuno».

MD

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