Lo sciopero lo avevano annunciato alcune settimane fa, quando la vertenza era ancora aperta e c’erano ancora dei margini, seppur minimi, per salvare i lavoratori a rischio: domani, martedì 3 ottobre, gli autobus della città spegneranno i motori per l’intera giornata, garantendo il servizio soltanto in due fasce orarie (dalle 5.17 alle 8.17 e dalle 13 alle 16). Ma ora che lo spauracchio dei tagli al personale è diventato realtà e gli 8 autisti Seac hanno ricevuto le lettere di licenziamento la battaglia dei sindacati si fa più aspra: dalle 9 di questa mattina i lavoratori della società che gestisce il trasporto pubblico a Campobasso saranno in presidio permanete davanti a Palazzo San Giorgio. «Una protesta che andrà avanti ad oltranza- tuonano i sindacati di categoria Faisa Cisal, Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt e Ugl – fino a quando non verranno ritirati i licenziamenti già notificati ai dipendenti Seac». Un ultimo, disperato tentativo per far tornare la società sui suoi passi ed evitare ulteriori ripercussioni sul servizio, già ampiamente ridotto negli ultimi mesi. Il nodo è sempre lo stesso: la Seac, a fronte dei tagli delle risorse (il 15% in meno) e dei chilometri operati da Regione e Comune nel 2017, ha dichiarato in numerose occasioni la necessità di un riassetto organizzativo e di contenimento dei costi. E così, a seguito della rimodulazione dei turni di lavoro, ha licenziato 8 autisti. A nulla sono servite le richieste delle parti sociali di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti attraverso il ricorso a strumenti di sostegno al reddito, la società non è arretrata di un millimetro. Un drammatico epilogo «di cui sono tutti responsabili», l’accusa di Nicolino Libertone della Ugl. «La Regione che ha tagliato le risorse in maniera netta e non graduale – spiega il sindacalista – ma soprattutto il Comune di Campobasso che non ha voluto impegnare ulteriori finanziamenti come invece hanno fatto altre amministrazioni italiane, e l’azienda che ha ridotto il personale non considerando che con 8 autisti in meno non si potrà garantire il servizio». Ed è innegabile che il trasporto in città abbia subito una ‘mazzata’. A patire i maggiori disagi gli utenti delle contrade e dei quartieri e periferici: le linee Uno Nero e Uno Rosso sono state praticamente dimezzate, tanto che negli orari pomeridiani gli autobus sono ridotti al lumicino. Una situazione al limite messa nero su bianco da alcuni cittadini che hanno inviato una lettera all’assessore alla Mobilità di Palazzo San Giorgio Francesco De Bernardo. L’esponente dell’esecutivo sta tentando di trovare un compromesso con l’azienda per ottimizzare il servizio con l’attuale chilometraggio a disposizione. L’obiettivo è quello di ridurre alcune linee ‘sovradimensionate’- come la 2 e la 5 – ma garantire lo stesso numero di corse nei quartieri. Il tutto in attesa del nuovo bando sul trasporto che il Comune conta di pubblicare entro metà novembre. Del resto i tempi sono strettissimi, dal 1° gennaio 2018 le risorse destinate al trasporto pubblico subiranno un’ulteriore sforbiciata. L’assessore regionale ai Trasporti Nagni e il governatore Frattura sono stati chiari: l’anno prossimo ci sarà il 30% in meno dei finanziamenti ai Comuni. E il timore dei sindacati è che a questa riduzione seguiranno altri licenziamenti. Uno scenario che per le parti sociali decreterebbe la ‘morte’ del trasporto pubblico a Campobasso.

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