È ancora scosso, incredulo, il sindaco Giovanni Tedeschi. La scomparsa improvvisa del magistrato Fabio Papa lascia tanto dispiacere in chi, in lui, ha trovato un giudice preparato, attento, che ha svolto in maniera egregia il proprio lavoro.
Il borgo di Fornelli e Fabio Papa: un legame forte e conseguente alla storica sentenza del magistrato che ha restituito giustizia ai martiri della furia nazista. Una scelta coraggiosa, quella del sindaco Tedeschi e degli eredi dell’eccidio che hanno portato alla sbarra la Repubblica federale di Germania.
E che hanno trovato un magistrato ugualmente coraggioso che ha svolto pienamente il proprio compito: fare giustizia di un dramma collettivo, di una tragedia che non poteva restare confinata nei libri di storia.
«Mancherà, al Molise intero e ai molisani. Non solo alla Magistratura – dice, raggiunto al telefono, Giovanni Tedeschi -. Una persona dedita al lavoro, attenta e appassionata, che ha scritto quella sentenza con dedizione, ricostruendo i fatti nell’insieme e nel dettaglio. Lo sa – riflette – è una delle poche sentenze che non è stata appellata. E questo la dice lunga».
Era il 12 dicembre di tre anni fa quando quelle parole irruppero nelle redazioni giornalistiche, non solo locali.
«La Repubblica Federale di Germania, quale successore del Terzo Reich, è responsabile dell’uccisione di Laurelli Giuseppe, Lancellotta Celestino, Lancellotta Domenico, Petrarca Michele, Castaldi Giuseppe e Castaldi Vincenzo, avvenuta in Fornelli il 4 ottobre del 1943».
Nero su bianco, dal Palazzo di Giustizia di Isernia, la Storia, con il suo carico enorme di dolore e morte, torna e risuona nell’aula del tribunale.
La Storia riceve giustizia. Ed è stato Fabio Papa a firmare la sentenza di condanna della Repubblica federale di Germania, del ministero delle Finanze e del ministero degli Esteri che, in solido tra loro, dovevano risarcire il Comune di Fornelli e gli eredi di quell’eccidio, della barbarie che ebbe luogo nel borgo. Quarantacinque pagine e la maxi condanna da 12 milioni di euro per i sei civili barbaramente uccisi il 4 ottobre del 1943.
La feroce rappresaglia messa in atto dalle truppe naziste in quel piccolo borgo entra nella Storia grazie anche alla sentenza del giudice monocratico Fabio Papa. Che – in quelle 45 pagine intrise di diritto internazionale, di passato e presente e di risoluzioni fra Stati – ha raccontato, con il linguaggio giuridico che si è materializza in immagini cruente, le vite di quegli uomini, delle loro mogli e dei figli adolescenti.
Famiglie che assieme al Comune guidato da Giovanni Tedeschi hanno voluto fermamente essere parte di quel giudizio. E quella sentenza di Papa è alla base del risarcimento ora possibile grazie ai fondi del Pnrr: con la pubblicazione del decreto 28 giugno 2023, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del primo luglio scorso, si è messo un altro punto fermo ad una vicenda lunga e dolorosa, che ha riportato a galla una delle più tragiche pagine dell’occupazione nazista in Molise.
Con il decreto che reca la firma dei ministri Giorgetti, Tajani e Nordio, si disciplinano le procedure di accesso e le modalità di erogazione degli importi del Fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime dei crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione dei diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il primo settembre 1939 e l’8 maggio 1945.
E hanno diritto all’accesso al Fondo coloro che hanno ottenuto un titolo costituito da sentenza passata in giudicato, avente ad oggetto l’accertamento e la liquidazione dei danni a seguito di azioni giudiziarie avviate alla data di entrata in vigore del decreto.
Ed è il perimetro nel quale si muove la vicenda tragica di Fornelli, dell’eccidio compiuto nel piccolo borgo, della tenacia dei parenti delle vittime e dell’amministrazione comunale che hanno scelto di andare in giudizio e della sentenza che ha fatto la storia. Quella del giudice monocratico Fabio Papa.
«La nostra comunità sarà sempre grata al giudice Papa – commenta il sindaco Tedeschi -, per quello che ha fatto, per la sua sentenza coraggiosa perché, come è evidente, si trattava di argomenti delicati che si intersecavano con questioni che andavano oltre i confini nazionali e incrociavano le politiche internazionali. Ha mostrato, in quelle pagine, il suo essere dedito al lavoro, la passione e la celerità con la quale ha lavorato su una sentenza ben motivata. Un uomo che mancherà, e non solo alla nostra comunità che ne ha potuto apprezzare la serietà e la competenza».
In quelle 45 pagine, il giudice Papa ha fotografato il dolore e la paura, la violenza e la ferocia. Ha scritto la Storia, riportando la giustizia lì dove sembrava non fosse più possibile.

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