Presente a Monte Marrone per le celebrazioni del 79esimo anniversario della Liberazione anche il presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia, che per l’occasione ha citato proprio l’intellettuale Giaime Pintor, eroe della Resistenza.
«Se non dovessi tornare non mostratevi inconsolabili – scriveva Pintor in una lettera indirizzata a suo fratello -. Una delle poche certezze acquistate nella mia esperienza e che non ci sono individui insostituibili e perdite irreparabili. Un uomo vivo trova sempre ragioni sufficienti di gioia negli altri uomini vivi».
«Lo sentiva, sentiva di star andando incontro al suo destino – ha affermato Saia riferendosi all’intellettuale partigiano -. Aveva abbracciato la Resistenza per combattere il nazifascismo, a soli 24 anni morì ucciso dall’esplosione di una mina lasciata dai tedeschi proprio su questa linea. Ebbe coraggio, lo stesso coraggio di tante e tanti partigiani che non si fecero opprimere dalla furia nera. E Pintor aveva ragione, la gioia continuiamo a trovarla negli altri uomini vivi. E oggi noi la troviamo nei combattenti della Resistenza, individui che grazie alla memoria continuano a essere eternamente vivi, individui i cui valori hanno attraversato il tempo senza sbiadirsi.
La loro lotta ci ha regalato la libertà e democrazia – ha sottolineato il presidente della Provincia -. Ed è dal loro sangue che è nata la nostra meravigliosa Costituzione.
A riguardo sono forti e puntuali le parole di Piero Calamandrei, che ricorda come la Costituzione non è una carta morta – disse rivolgendosi agli studenti – ma è un testamento, un testamento di centomila morti.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione.
Sono parole – ha proseguito Saia – che non dobbiamo dimenticare soprattutto quando qualcuno le rende scontate o le priva del loro significato. Perché oggi il fascismo può anche non manifestarsi nella più chiara delle forme, ma può nascondersi dietro ogni sopruso, violenza, ingiustizia o tentativo di riscrivere la storia. Antifascismo non è una parola che fa paura, eppure in molti fanno ancora fatica a pronunciarla. Tra le strade, in tv, tra rigurgiti oscurantisti e scelte editoriali discutibili, alcune persone tentano di mettere un segno nero su questa parola. Ecco, allora lo dico anche per loro. Oggi e sempre sono fiero di essere antifascista – ha affermato -. La lotta al nazifascismo rappresenta uno dei momenti più alti di coesione nazionale e di impegno civile.
È un esempio straordinario di come, quando siamo uniti da un obiettivo comune, possiamo affrontare e superare le difficoltà più grandi. E la nostra Costituzione ha raccolto e messo nero su bianco questo sentimento di unione. Un principio di unità e uguaglianza che oggi viene messo in discussione da uno scellerato disegno di autonomia differenziata. Un progetto che accrescerebbe le disparità e disgregherebbe le nostre comunità, alimentando una lotta interna altamente controproduttiva.
E allora che questa giornata sia sinonimo di memoria ma anche di riflessione» – ha concluso augurando una buona Festa della Liberazione a tutti coloro che continuano a credere e vivere per la pace, i diritti e la libertà.

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