Del fatidico giorno X, ad oggi nemmeno l’ombra: nessun innesto di professionalità al Pronto soccorso del Veneziale nonostante l’impegno assunto dall’Asrem, più di una settimana fa, nel corso dell’incontro convocato dal prefetto Gabriella Faramondi conseguente allo stato di agitazione proclamato dalla Fp Cgil per le ormai note e croniche carenze di medici che patisce il reparto.
Quattro medici in luogo degli undici in servizio nel 2016, che devono dividersi con l’ospedale di Agnone e che hanno, come è evidente, enormi difficoltà nella gestione dei turni di lavoro.
Lettere, appelli, conferenze stampa, richieste di incontri, proposte operative: nessun cenno da via Petrella fino alla convocazione del prefetto Faramondi e la conseguente proposta messa sul tavolo dall’Asrem, quasi a sorpresa.
Proposta che si fonda sulla disponibilità, su base volontaria, di tre medici in servizio nel reparto di Medicina del Cardarelli di Campobasso dove, da qualche giorno, sono arrivati in supporto alcuni specializzandi. Quindi il reparto potrebbe riuscire ad organizzare il lavoro e di conseguenza ‘liberare’ le risorse professionali (rinvenibili tra i medici ‘anziani’) che dovrebbero dare la propria disponibilità a coprire i turni all’ospedale di Isernia.
Ma al Veneziale, fino a ieri, nessuna novità in termini di presenze a supporto dei medici. E così, se la situazione dovesse restare identica di qui alla prossima settimana, si riparte con lo stato di agitazione che è stato ‘solo’ sospeso.
Si aspetta ancora, con la remota speranza che davvero la soluzione arrivi. Qualche giorno in più, prima di proclamare di nuovo lo stato di agitazione del personale, per consentire la pubblicazione di eventuali atti amministrativi da predisporre per autorizzare la turnazione dei ‘medici volontari’ al Veneziale, per sperare nelle disponibilità dei medici che da Campobasso dovranno spostarsi a Isernia e forse anche ad Agnone per coprire i turni del pronto soccorso di quello che era una volta l’ospedale.
Turni su base volontaria, che quindi potrebbero anche non essere coperti. Potrebbe, ad esempio, verificarsi il caso limite: nessun medico disposto ad aderire alla proposta, che comprende anche un mini tour del Molise, che magari in questa stagione potrà anche risultare piacevole ma che quando cominceranno piogge e nevicate, giornate nebbiose e fredde potrebbe diventare faticoso.
I turni al Veneziale si reggono, da tempo, sulle prestazioni aggiuntive: veri e propri straordinari che, oltre ad avere un costo importante sulle casse regionali (ma quando si parla di salute non ci si sofferma su questo aspetto), potrebbero creare problemi nell’assistenza visto che gli orari di lavoro crescono a dismisura e, di conseguenza, la soglia di attenzione del medico curante potrebbe anche calare, ovviamente.
Un esempio: sull’albo pretorio dell’Asrem, per restare agli ultimi atti pubblicati ieri, sono consultabili (tra le altre) cinque determine di pagamento che riguardano alcune specialistiche del Veneziale.
Per le prestazioni aggiuntive della Radiodiagnostica (negli ospedali di Isernia e Agnone) per il solo mese di gennaio 2022, sono stati corrisposti al medico che ha effettuato tali ore di straordinario 17mila 130 euro. Per la Cardiologia, nei mesi di ottobre e novembre 2021, 6mila 480 euro complessive. Per l’Emodialisi, gennaio 2022, 5mila 670 euro mentre a dicembre la somma scende a 3mila 680 euro. Per la Chirurgia, dicembre 2021, 16mila 535 euro di prestazioni aggiuntive.
Insomma, al Veneziale la situazione è identica a quella precedente alla proclamazione dello stato di agitazione.
Carenza di personale, difficoltà operative e massiccio (per usare un eufemismo) ricorso alle prestazioni aggiuntive.
Un ospedale, l’unico rimasto, che serve l’intera provincia e dal quale, a stretto giro e se non interverranno decisioni urgenti, potrebbero scomparire, in un solo colpo, il reparto di Pediatria e il Punto nascita.
Un allarme, quello che Primo Piano ha lanciato nell’edizione di domenica, che al momento rimbomba in un silenzio assordante.

ls

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