Un documento di sintesi che riporti i numeri di quella che è una vera e propria emorragia di professionalità che sta progressivamente decretando la fine della sanità pubblica in provincia.
Una sorta di ‘libro nero’ del Veneziale con il quale ripercorrere fatti e misfatti e che diventerà la piattaforma programmatica sulla quale poi innestare le prossime mosse per tenere sempre alta l’attenzione sul destino del nosocomio isernino.
Perché, come ormai è evidente, la vertenza non riguarda solamente il Pronto soccorso, che è la punta dell’iceberg, ma l’intero nosocomio dove, alcune ancora sottotraccia, cominciano ad emergere situazioni di criticità che ricalcano quanto accaduto nel reparto che ha portato alla luce, suo malgrado, l’emergenza.
Al termine dell’assemblea del personale, tenutasi ieri dalle 12.30 alle 14.30 indetta dalla Fp Cgil che ha proclamato lo stato di agitazione del personale e che ha preso in carico l’emergenza legata a filo doppio alla carenza di medici del Pronto soccorso del Veneziale, il segretario generale Antonio Amantini commenta.
«Saranno proprio i medici a redarre un documento articolato e preciso sulla situazione, e non solo rispetto al Pronto soccorso ma che riguardi complessivamente l’ospedale Veneziale. Poi l’assemblea ha concordato sulla necessità di portare la protesta in Regione con una manifestazione dei camici bianchi ma ancora non abbiamo concordato la data. Ad ogni modo, su questa vicenda continueremo a tenere i fari accesi. E non c’è solo il Veneziale. Proprio oggi ho avuto notizie circa le difficoltà che il San Timoteo dovrà fronteggiare per la carenza di infermieri…».
All’assemblea hanno partecipato primari e personale di quasi tutti i reparti del Veneziale, i rappresentanti della Cisl e anche il sindacato autonomo dei medici.
Pronto soccorso, Ortopedia, Pediatria, Psichiatria, Medicina generale. Insomma, come in un drammatico effetto domino, le vicende sembrano replicarsi con il medesimo schema.
«Il documento – continua Amantini – servirà proprio a raccontare la situazione drammatica che si vive al Veneziale e su quello si potrà ulteriormente sviluppare l’azione dei sindacati che su questo tema sono compatti».
Pediatria sembra il tassello più vicino a cadere: mancano pochi giorni e il medico che ha revocato le dimissioni, consentendo quindi al reparto di continuare ad erogare le prestazioni che si riflettono sull’operatività del Punto nascita, resterà da solo. Il che, nei fatti, renderà complicatissimo riuscire a mantenere aperto il reparto.
Insomma, la sanità pubblica a Isernia e in provincia – visto che il Veneziale è l’unico ospedale rimasto aperto – è attaccata ad un filo. Che si sta assottigliando sempre più.
ls

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