Parlamentari assenti, per impegni concomitanti. Non ci sono il commissario ad acta, Donato Toma, né il dg Asrem Oreste Florenzano, regolarmente invitati. In platea i consiglieri regionali 5 Stelle, Greco e De Chirico, il segretario regionale del Pd Vittorino Facciolla, s’intravede il capogruppo Micaela Fanelli. C’è l’amministrazione di Agnone con il sindaco Saia, il vicesindaco Di Nucci e l’assessore Sciulli, il movimento Molise Domani con il dottor Pastò, il presidente Alfredo Ricci. E tanti cittadini, come l’ormai ex assessore Francesca Scarabeo. La seduta del Consiglio comunale, convocato in adunanza pubblica per consentire la partecipazione della cittadinanza e dei rappresentanti delle categorie interessate, parte con l’accorato appello del sindaco Castrataro. Che prima che iniziassero i lavori ha ribadito, a microfoni aperti, alcuni concetti alla base della decisione di aprire l’aula a tutti. Perché la sanità è di tutti. «Speriamo di poter coinvolgere le persone, per raggiungere l’obiettivo non basta più la politica – commenta il primo cittadino -: serve che i cittadini si facciano carico di una protesta ma anche di una proposta. Il dialogo – rimarca Castrataro – non ha dato frutti, la situazione è peggiorata e non vediamo atti che possano andare contro questo disastro. Spero che questo momento sia il primo di una lunga serie di eventi, di una mobilitazione politica e dei cittadini per trovare lo spirito giusto e non di parte, utile a garantire un servizio sanitario che funzioni e che sappia arrivare fin alle aree interne». Salgono sul palco Lucio Pastore, il Pronto soccorso di Isernia è il reparto specchio delle difficoltà. E poi Gualano, primario di Psichiatria che non può più ricoverare pazienti. «La palla è nel loro campo, se Toma e Florenzano vogliono dare un segno, ora lo possono fare – dice Castrataro -.So che si lavora al Decreto Molise ma se aspettiamo ancora, il rischio è che peggiori tutto. Siamo qui a dimostrare che Isernia, la provincia e il Molise non demordono, perché la sanità è la battaglia principale per poter far esistere questa regione». I concetti chiave sono; garantire la rete emergenza/urgenza, ripristinare i reparti soppressi, riequilibrare pubblico e privato, potenziare la medicina territoriale e investire sul personale, Pià facile a dirsi, sembra. E qualcuno sottolinea; serve passare ai fatti, basta manifesti e cortei. Non sono serviti a granché.

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