I dipendenti della Provincia di Isernia hanno deciso di passare alle maniere forti che hanno deciso di manifestare, esattamente come fanno tutti gli altri lavoratori senza stipendio. Per il momento l’idea è quella di un doppio corteo: uno davanti alla prefettura di Isernia e l’altro davanti al tribunale di Benevento. L’idea è quella di sollecitare il presidente del palazzo di Giustizia presso il quale è avvenuto il pignoramento dell’anticipazione di cassa che la banca aveva concesso. I dipendenti sperano che si possa arrivare quantomeno ad una accelerazione dell’iter per la discussione del ricorso presentato da via Berta per sbloccare i soldi.
Intanto le Rsu della Provincia scrivono nella lettera inviata all’amministrazione con la quale si chiede l’autorizzazione all’assemblea che “vogliono capire tutti i risvolti che hanno portato a questa vicenda e le azioni da intraprendere al riguardo”.
Durissima anche la posizione della Funzione Pubblica della Cisl che, attraverso il responsabile regionale Ettore Cibelli, muove una serie di appunti all’amministrazione provinciale sulla gestione della questione stipendi: “I lavoratori e le lavoratrici dipendenti della Provincia di Isernia sono pienamente  dell’attuale momento politico, amministrativo e contabile in cui si trova l’ente. Hanno pure ampiamente dimostrato di partecipare al percorso di ripresa, rinunciando quote di produttività. Va considerato che i ritardi nella corresponsione degli stipendi stanno assumendo carattere ricorrente, ritardi che sono da ascriversi al servizio bancario e non alla mancanza di fondi. La privazione dello stipendio ha determinato un grave nocumento alla dignità personale e rilevanti disagi sotto l’aspetto sociale ed economico ai dipendenti tutti che, non di rado, costituisce l’unico mezzo di sostentamento per la famiglia”.

Per la Cisl vanno presi subito provvedimenti: “Il mancato pagamento dello stipendio rappresenta un inadempimento grave da parte del datore di lavoro, motivo per il quale il dipendente non solo ha diritto al pagamento degli interessi sullo stipendio pagato in ritardo, ma anche al risarcimento dei danni derivanti dal fatto che nel frattempo non è stato in grado di far fronte ai suoi impegni economici (ad esempio il pagamento della rata del mutuo, il pagamento delle bollette, il mantenimento dei figli…)”.

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