Primo confronto pubblico tra Frattura e i sindaci della provincia di Isernia sulla nuova legge elettorale. Dopo il burrascoso incontro avuto con la popolazione in merito alla riforma sanitaria. il governatore del Molise torna nella sala consiliare dell’ente di via Berta per affrontare un altro tema caldo su cui, gli amministratori e i cittadini aspettano delle risposte. La rappresentatività equa, rispetto alla provincia di Campobasso, del territorio isernino è il nodo centrale da sciogliere per il varo della nuova normativa. Ormai da mesi le autorità locali si sono espresse cercando di sensibilizzare la Regione a considerare la necessità che ha una zona come quella pentra di avere il giusto numero di ‘portavoce’ in consiglio regionale.
Per questo oggi, alle ore 15 il presidente della giunta regionale terrà un incontro con i consiglieri provinciali e i sindaci della Provincia di Isernia per illustrare nel dettaglio la riforma del sistema elettorale messa a punto nei giorni scorsi. Pare quindi che Frattura abbia raggiunto una convergenza con i partiti che sostengono la maggioranza sui punti principali, ovvero numero dei collegi, listino di maggioranza e voto disgiunto (questi ultimi due sarebbero da abolire secondo la proposta lanciata da tempo dallo stesso Frattura).
Il presidente della Provincia, Lorenzo Coia, ha anticipato i temi del summit, auspicando la presenza di tutti gli amministratori della zona, proprio per far sentire in maniera ancora più amplificata la voce del territorio.
«Ritengo che sia un incontro molto positivo – ha spiegato -. Noi chiediamo la legittima rappresentanza della provincia di Isernia, visto che per cinque anni abbiamo avuto solo due consiglieri. La proposta vede la presenza di 5 o 6 seggi per quest’area, a seconda di come si articola il sistema: se verranno eletti i presidenti perdenti allora avremo cinque seggi invece di sei, però quelli ci spetteranno di sicuro. Siamo una piccola regione quindi si potrebbe anche ipotizzare un collegio unico, ripartito per circoscrizioni».
Coia ammette che nell’arco dell’ultimo mandato Isernia ha avuto un numero troppo esiguo di consiglieri a Palazzo D’Aimmo, d’altro canto smentisce la ‘diceria’ che vuole questa provincia penalizzata rispetto a quella di Campobasso.
«Le accuse di questi anni di non avere in considerazione la provincia e che alcuni finanziamenti sono stati indirizzati solo su Campobasso trovano giustificazione nel fatto che non avevamo rappresentanza in consiglio – ha aggiunto -. Nonostante ciò, posso dire che sui Gal, ovvero i gruppi di azione locale, abbiamo avuto due finanziati per le politiche agricole. Sull’ultimo stanziamento di fondi relativi all’adeguamento sismico delle scuole abbiamo avuto 2,5 milioni di euro per l’istituto Fermi. Sulla ferrovia e sulla viabilità abbiamo avuto una serie di finanziamenti che potenziano soprattutto questo territorio rispetto a quello di Campobasso. Sono solo tre esempi che dicono che non è stato tutto direzionato verso altre zone rispetto a quella di Isernia. I dati bisogna scomporli. In ogni caso dico che se vogliamo considerare che Isernia sia stata ‘maltrattata’ allora diamo la giusta rappresentanza. E dico anche che abbiamo il presidente del consiglio e un assessore quindi se c’è uno squilibrio in assise non c’è nei vertici. Ciò nonostante rivendichiamo una legittima rappresentanza dei consiglieri».
Scuole. Il presidente della Provincia ha poi spiegato che proprio per quanto riguarda il Fermi l’opera di adeguamento sismico non prenderà il via prima di un anno.
«Dobbiamo firmare il protocollo dei fondi Bei che ci sono stati assegnati – ha chiarito -. In seguito verranno assegnati i finanziamenti, poi ci sarà da bandire la gara d’appalto, quindi per l’avvio dei lavori se ne parlerà l’anno prossimo. Intanto finiamo il Cuoco e provvediamo ad adeguare una scuola alla volta. Meglio così perché c’è una gradualità».
Bilancio. Entro il 30 settembre la Provincia dorà chiudere il bilancio. Difficilmente si rispetterà questo termine anche perché nelle ‘casse’ dell’ente manca ancora circa un milione e mezzo di euro. Nel merito si potrebbe smuovere qualcosa dalla Regione che potrebbe ‘smistare’ alcuni capitoli dei fondi per l’emergenza neve. «Siamo stati a Roma ed è stato ufficializzato l’ultimo riparto stabilito dopo la Conferenza Stato – Regioni per cui ci spettano 400 mila euro – ha concluso Coia -. Manca però ancora un milione e mezzo e contiamo di averli con i fondi dell’emergenza neve 2017 e una parte del 2012. Il presidente sta vedendo come fare, altrimenti non chiuderemo i bilanci».
Valentina Ciarlante

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