Macchinari e immobili: ammonta a due milioni di euro il valore dei beni a cui ha messo i sigilli la Guardia di Finanza di Isernia nella provincia pentra e in quelle di Campobasso e Chieti. Il provvedimento di sequestro probatorio è scattato nell’ambito di un’inchiesta portata avanti dagli investigatori.
Truffa in concorso è l’ipotesi reato formulata dalle Fiamme Gialle nei confronti di due imprenditori di fuori regione e un assicuratore pugliese finiti al centro della vicenda.
Le indagini sono cominciate nell’ottobre dello scorso anno con la denuncia di tre imprenditori isernini, soci tra loro, a seguito della cessione della loro società, con sede legale a Roma e sede operativa a Isernia, attiva nel settore delle costruzioni e del movimento terra.
La trattativa per la cessione delle quote è iniziata tre anni fa con il socio unico della società acquirente (una donna di Udine) ed un imprenditore umbro, già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici.
L’accordo preliminare prevedeva un valore di circa un milione di euro: la solidità degli acquirenti era stata avvalorata anche da una lettera inviata dalla direzione crediti e cauzioni di un importante istituto bancario nazionale.
Nella missiva la banca affermava che era in corso di istruttoria l’emissione di garanzie per la concessione del credito di un milione di euro, ovvero l’importo richiesto per l’acquisto preliminare delle quote.
A stretto giro di posta è stata prodotta dagli acquirenti anche una seconda lettera, proveniente questa volta dalla filiale di Manfredonia dello stesso istituto di credito, in cui si comunicava il favorevole accoglimento della richiesta di finanziamento.
A questo punto gli acquirenti hanno indotto i tre soci molisani alla cessione anticipata delle quote poiché, portando a garanzia le stesse quote sociali, l’erogazione del mutuo sarebbe stata più veloce.
Si arriva così a ottobre del 2017, quando davanti ad un notaio di Isernia è avvenuta la stipula dell’atto di cessione della società con l’emissione di tre assegni a garanzia (uno per ogni socio molisano) da parte degli acquirenti, titoli di credito che scadevano il mese successivo.
Formalizzato il passaggio delle quote, i venditori sono passati all’incasso scoprendo, con grande sorpresa, che gli assegni erano scoperti.
Capito di essere stati vittime di una truffa, hanno subito chiesto aiuto, presentando una denuncia presso la Guardia di Finanza di Isernia. Raccolta la loro testimonianza le Fialle Gialle hanno dato avvio alle indagini, condotte con la supervisione del procuratore capo Paolo Albano.
Un’indagine complessa, che ha consentito agli investigatori di accertare che c’è stato alcun accordo di finanziamento tra la banca ed i soggetti acquirenti mentre la seconda lettera, attribuita alla filiale di Manfredonia, era stata in realtà firmata da un assicuratore della città pugliese, iscritto nel registro degli indagati insieme all’imprenditore umbro e alla donna di Udine.
Gli elementi raccolti hanno così permesso di far scattare il sequestro dei beni finalizzato a ristorare, almeno in parte, le tre vitime del raggiro.
Un’importante operazione quella delle Fiamme Gialle di Isernia che oltre, all’attività di polizia economica finanziaria finalizzata al contrasto di ogni forma di evasione fiscale, proseguono, nella fondamentale attività di Polizia Giudiziaria con l’obiettivo di contrastare illeciti finanziari, tributari e societari.

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