Nel mese di maggio a Larino si celebra la tradizione più attesa dalla comunità: la Festa di San Pardo che si tiene nei giorni del 25, 26 e 27 e che quest’anno sarà in tono ridotto a causa dell’emergenza sanitaria in atto.
Si tratta di una delle manifestazioni più affascinanti ed imponenti per organizzazione che si svolgono sul territorio regionale e che per Larino rappresenta l’espressione autentica della storia ultramillenaria, dell’identità e della cultura del suo popolo, che nella celebrazione del Santo Patrono riesce a dare prova di straordinaria creatività, condivisione, passione, sentimento.
Per tre giorni sfilano lungo le strade della cittadina frentana 125 carri trainati da mucche e buoi e addobbati con i caratteristici fiori di carta crespa preparati per l’occasione dalle donne del posto. L’allestimento dei carri e la preparazione dei fiori richiedono un arduo lavoro che coinvolge nei tre mesi precedenti tutti i componenti delle famiglie di carrieri, dai più piccoli ai più grandi, in un patto che si rinnova di generazione in generazione.
La festa, tra le più antiche in Molise, assume un significato simbolico molto importante, che risiede nel legame autentico tra uomo, animale e territorio che trova la sua massima espressione nel pieno della stagione primaverile, con la preparazione al raccolto.
Unica è l’atmosfera che si respira nell’attesa e che si vive nel corso dei tre giorni di celebrazione del Santo Patrono: il cammino collettivo, la bellezza dei carri, la mescolanza di colori dei fiori, il suono dei campanacci, le luci e il calore delle fiaccole accese durante la notte del 25 Maggio, la gioia dei bambini, l’abbraccio ai larinesi emigrati, la devozione ai santi, la riconciliazione con i morti, l’intonazione dell’antico canto della Carrese, il suono della grande campana della Cattedrale che scandisce il ritmo delle giornate di festa, anima e trasmette il forte senso di appartenenza di ogni cittadino alla comunità di cui è parte.
Elementi che in parte quest’anno non sarà possibile vivere attivamente ma tutto ciò non cancella l’identità di una tradizione che è scolpita nel cuore di tutti i larinesi, unitamente al clima di attesa che anche in questi giorni si respira, a conferma che in fondo il legame con la tradizione e la devozione della comunità al suo Santo Patrono è più forte dell’incertezza e della paura causati dall’emergenza.
Da questo legame ha preso spunto il progetto di candidatura della Carrese di San Pardo nella Rete Internazionale Unesco che vede insieme alla Città di Larino, capofila del progetto, altre comunità italiane e internazionali con le loro rispettive manifestazioni, tra cui spiccano la Festa di Sant’Antonio di Santadi ad Arbus in Sardegna, Romería per la Virgen del Rocío in Andalusia e le molteplici celebrazioni per San Isidro Labrador del Venezuela.
Si tratta di feste organizzate intorno a processioni e cammini religiosi tra aree urbane e aree rurali condotte con carri trainati da buoi e addobbati con decorazioni floreali di carta crespa, come nel caso dei carri di San Pardo e di altre feste italiane, con fiori freschi e altri abbellimenti pregiati come nella Romería andalusa e persino con vegetali e frutta come nel caso delle processioni di Sant’Isidro Labrador in Venezuela.
Da subito il processo partecipativo si svilupperà attraverso la raccolta di testimonianze dei rituali messi in campo nelle diverse realtà locali e culminerà a Marzo del 2022 con la consegna del dossier di candidatura al Comitato Unesco.
Si tratta di un’ opportunità che consentirà di promuovere la carrese e la conoscenza della città di Larino fuori dai confini nazionali, con ricadute positive nel settore del turismo ed in generale sull’economia del territorio che oggi vive un momento di grande sofferenza.
Davide Vitiello

 

*foto copertina di Francesca Perrotta, foto 1 di Nicola Di Palma, foto 2 di Letizia Bindi

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