Che succederà alla Fca e allo stabilimento di Termoli, a Rivolta del Re, dopo l’uscita di scena drammatica di Sergio Marchionne? Dubbi e perplessità che aleggiano da giorni e giorni e oggi, nella fabbrica più importante del Molise, primi sintomi di un periodo non più così florido, almeno dal punto di vista occupazionale. I cancelli chiudono per ferie ma scadono i contratti di quasi 500 lavoratori a termine e quel che ieri è stato comunicato nel comitato esecutivo ai rappresentanti dei 5 sindacati metalmeccanici che hanno eletto proprie Rsa solo pochi mesi fa è tutt’altro che rassicurante. Sono 150, infatti, i dipendenti a cui non viene prorogato il rapporto di lavoro e c’è in fieri anche una critica politica da parte dirigenziale, che giustificherebbe questa sorta di mannaia col contenuto e gli effetti del cosiddetto decreto Dignità. Insomma, una scelta che avrà inevitabilmente delle ricadute e delle ripercussioni sul territorio, ma non solo. Il comunicato unitario delle sigle sindacali evidenzia «la trasformazione del contratto di somministrazione in contratto Fca di 322 lavoratori, suddivisi in 135 lavoratori con contratto a tempo indeterminato e 187 lavoratori con contratto determinato. L’assunzione partirà dal 20 agosto; 19 lavoratori continuano con contratto di somministrazione fino al 31 dicembre prossimo. Purtroppo a 150 lavoratori non verrà riconfermato il contratto. Per questi lavoratori abbiamo chiesto e ottenuto la formazione di un “bacino” che possa dare loro la priorità su futuri inserimenti. Il Comitato Esecutivo ritiene positivo l’assunzione diretta di 322 lavoratori, ma ci preoccupa anche la mancata conferma degli altri 150, ai quali va tutta la nostra solidarietà, alla luce di quelle che sono e saranno le richieste produttive sia all’Unità cambi che all’Unità motori. Al ritorno delle ferie chiederemo subito un incontro all’azienda per una verifica sui volumi produttivi che ci attendono fino a fine anno. La Rsa dello stabilimento di Termoli coglie l’occasione per augurare buone ferie a tutti i lavoratori e le loro famiglie». Al di fuori della nota unitaria, la Uilm con Francesco Guida, che si dice felice per i 322 colleghi che sono stati assunti nella giornata di oggi presso lo stabilimento Fca di Termoli, ma amareggiato per i 150 che invece per il momento non si sono visti rinnovare il contratto di somministrazione. «Il motivo per cui i 150 colleghi non verranno prorogati, è che i volumi produttivi, rispetto al picco avuto qualche mese fa, stanno avendo una contrazione a causa del già previsto calo del diesel di cui l’uscita definitiva di scena è prevista per la fine del 2021. Al fine di non disperdere le professionalità e le competenze acquisite dai lavoratori attualmente operanti tramite contratto di somministrazione di lavoro, è stato firmato un accordo di bacino in cui saranno tenuti in considerazione in via prioritaria, per eventuali necessità future. Da parte nostra faremo tutto il possibile affinché nei prossimi mesi anche costoro possano tornare al lavoro in Fca, non appena i volumi tornino a riprendersi. Quello accaduto ora conferma alcune nostre valutazioni che stiamo denunciando da alcuni mesi e su cui chiediamo chiarimenti all’azienda, vale a dire che alcuni punti di forza del nostro stabilimento (vedi motore Fire e vecchio cambio C520) si stanno indebolendo. Abbiamo chiesto di conoscere quanto prima attraverso la richiesta già fatta dalle segreterie nazionali a Fca le missioni produttive del nostro plant. Crediamo che lo stabilimento Fca di Termoli debba continuare ad essere un polo di eccellenza e di riferimento della meccanica all’interno del gruppo Fca. Il glorioso Fire e il cambio C520 che per anni hanno motorizzato milioni di vetture del gruppo hanno bisogno di sostituti che rilancino lo stabilimento di Termoli in maniera forte». Infine, la parola al segretario della Fim-Cisl, Riccardo Mascolo. «La riflessione a caldo dopo la riunione di giovedì, come recita una frase fatta, si può approcciare come il bicchiere mezzo vuoto oppure mezzo pieno. Soddisfatti per la risoluzione dei 322 ragazzi (compresi i 16 in forza da diversi anni). Ma il nostro pensiero va inesorabilmente ai 150 ragazzi che restano fuori dal circuito Fca. L’accordo di bacino fatto con la direzione voluto fortemente dalle organizzazioni sindacali permette di lasciare accesa quella fiammella di speranza per i ragazzi. Penso che ognuno di noi attori ha delle responsabilità per la non assunzione dei ragazzi però bisogna puntualizzare che chi decide deve rendersi conto del disagio sociale che si crea nel nostro territorio, senza fare sconti alla politica che prima di varare una legge sono invitati a valutare i risvolti negativi che può creare. Mi riferisco al famoso decreto Dignità varato dall’attuale governo che sembra aggrapparsi più a spot che alla risoluzione delle vertenze in atto (vedi il caso Ilva)».

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