Messa quasi alla porta mentre fa la spesa con la figlia di appena 7 anni. E’ accaduto ieri a una signora residente a Termoli, che vive da sola con lei e che, dunque, non ha la possibilità di lasciarlo in custodia ad altri maggiorenni. A fine marzo una nuova circolare interpretativa del Viminale per alcuni ha rimescolato un po’ le carte sulla possibilità di movimento dei figli. Il primo aprile è stata pubblicata la nota del Ministero dell’Interno che illustrava i contenuti del nuovo regolamento.
«Le regole sugli spostamenti per contenere la diffusione del coronavirus non cambiano. Si può uscire dalla propria abitazione esclusivamente nelle ipotesi già previste dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri: per lavoro, per motivi di assoluta urgenza o di necessità e per motivi di salute. La circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale. In particolare, è stato specificato che la possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione e in occasione spostamenti motivati da situazioni di necessità o di salute. Per quanto riguarda l’attività motoria è stato chiarito che, fermo restando le limitazioni indicate, è consentito camminare solo nei pressi della propria abitazione. La circolare ha ribadito che non è consentito in ogni caso svolgere attività ludica e ricreativa all’aperto e che continua ad essere vietato l’accesso ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici.
La medesima circolare ha ricordato infine che in ogni caso tutti gli spostamenti sono soggetti a un divieto generale di assembramento e quindi all’obbligo di rispettare la distanza minima di sicurezza. Le regole e i divieti sugli spostamenti delle persone fisiche, dunque, rimangono le stesse».
Il giorno successivo, fu lo stesso premier, Giuseppe Conte, a entrare nel merito di una fattispecie, quella dei genitori con figli al seguito per fare la spesa.
«Noi non abbiamo affatto autorizzato l’ora del passeggio coi bambini. In fase di interpretazione abbiamo semplicemente detto che se ci sono minori e se un genitore va a fare la spesa, allora quei minori possono accompagnare il genitore. Ma questo non vuol dire andare a spasso».
Ormai sono trascorse due settimane, ma una madre con una bimba di 7 anni oggi ha dovuto lagnarsi chiamando alla Polizia municipale per riscontrare un atteggiamento ostruzionistico da parte di cassiere e direttore di un discount periferico della città di Termoli.
Come avvenuto in precedenza, dal via delle misure restrittive imposte dal Governo, la signora si è recata nel market store per fare la spesa, sempre tra mugugni generali. Stavolta, però, si è andati oltre e mentre si aggirava tra gli scaffali ingombri di merce e viveri, è stata affrontata proprio dal direttore e due dipendenti, che l’invitavano a non portarsi dietro la figlia durante la spesa.
Quando la donna ha fatto presente che non avesse alternative, una cassiera l’ha bollata così: beh, può lasciarlo qui fuori.
Una affermazione che ha mandato su tutte le furie la giovane madre, che si è rivolta telefonicamente prima ai Vigili urbani, che l’hanno rassicurata dalla sede di piazza Kennedy sulla facoltà di potersi presentare nel discount assieme alla piccola, per poi chiedere lumi alla direzione centrale del brand a cui appartiene il supermercato in città.
«Io ho contattato anche la sede centrale e mi è stato detto che un genitore con figlio minore può entrare a fare la spesa!», ci precisa la cliente giustamente stizzita.

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